Attentati contro le sedi, sequestri di funzionari, più di 250 atti intimidatori nell'ultimo anno. Da mesi Equitalia è l'obiettivo di soggetti diversi, accomunati dalla stessa strategia: delegittimare la società che recupera le tasse non pagate per indebolire lo Stato e continuare a evadere. Il clima di odio contro Equitalia è stato preparato con cura. Ha iniziato la Life, che a gennaio nelle manifestazioni davanti alle sedi di Padova, Treviso e Verona definiva l'ente «agenzia del terrore»; si sono aggiunti i militanti dei centri sociali che hanno occupato la sede Equitalia in zona Stanga e murato la filiale di Mestre; hanno completato il quadro i numerosi politici e amministratori locali che hanno indicato nelle «gabelle» di Equitalia la causa del suicidio di diversi imprenditori.
Molti governatori regionali e sindaci, tra i quali anche Zaia dimenticano che dal 1 gennaio 2013 i Comuni gestiranno in proprio la riscossione dei crediti e che il termine è stato prorogato di 12 mesi in seguito alle richieste fatte dall'Anci al Parlamento perché i Comuni hanno preferito i Equitalia ai gestori precedenti. Eppure Equitalia svolge una funzione fondamentale per uno Stato serio: fa pagare le tasse agli evasori con risultati straordinari. Fino al 2004 il servizio di riscossione dei tributi veniva gestito da circa una quarantina di soggetti privati, soprattutto istituti di credito. Con magri risultati per l’erario, vista l’enorme evasione fiscale e l’incapacità pratica di recuperare gli omessi pagamenti. Nel 2005 si decise quindi di accorpare le competenze semplificando dal punto di vista amministrativo l'intero settore. Nel 2006 nacque Riscossione Spa che a marzo 2007 prese il nome di Equitalia, società interamente pubblica, con proprietà suddivisa tra Agenzia delle entrate (51%) e Inps (49%). In breve Equitalia si è trasformata in un esempio di efficienza della Pubblica amministrazione. Al punto che dal 2006 al 2011 gli incassi per il fisco sono passati da 4,4 a 12,7 miliardi di euro. Gli attacchi verbali e fisici a Equitalia dimostrano il radicamento profondo dell’antistatalismo e dell’evasione fiscale. Infatti, come già era successo con i ministri Visco e Padoa-Schioppa, appena lo Stato si impegna per far pagare le tasse a tutti, parte una campagna di minacce e intimidazioni per fermare l’azione di contrasto. La situazione è molto pericolosa perché nella battaglia contro Equitalia si stanno unendo le pulsioni antagoniste ed eversive contro le istituzioni con gli evasori fiscali. Le due posizioni si saldano nel comune obiettivo di non rispettare le leggi per perseguire i propri interessi particolari: così lo Stato diventa il nemico da combattere. Per avere servizi pubblici, come sanità, scuola, giustizia e sicurezza bisogna pagare le tasse e combattere gli evasori. Per questo Equitalia deve essere difesa da minacce e attacchi strumentali e sostenuta nella sua opera di legalità.
Alessandro Naccarato
Deputato padovano Partito Democratico
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