10 gennaio 2012

E’ scomparsa la società Rocca di Monselice

La Società Rocca è stata accorpata ad altre tre immobiliari regionali. È una drastica “razionalizzazione”, quella che ha varato la Giunta regionale veneta, nell’ambito delle scelte per contenere la spesa pubblica. Nel provvedimento, portato in approvazione nell’ultima seduta del 2011 dall’assessore al Bilancio e alle Partecipazioni societarie, Roberto Ciambetti, c’è l’accorpamento delle società Immobiliare Marco Polo Srl, Rocca di Monselice Srl, Terme di Recoaro Spa e Società Veneziana Edilizia Canalgrande Spa. Quest’ultima sarà la capofila dell’operazione: una sola società, un solo organo dirigente e personale raggruppato al posto di quattro entità e consigli d’amministrazione distinti.
«Lo scopo – spiega Ciambetti – è di consentire la riduzione dei costi amministrativi connessi alla gestione del patrimonio immobiliare, avviando il processo di dismissione di attività e rami d’azienda considerati non più strategici per la Regione». Il tutto per ottenere un forte abbattimento delle spese di manutenzione e gestione degli immobili, degli organi sociali, delle strutture amministrative, delle consulenze di natura amministrativa, tecnica, contabile e fiscale. La notizia di questo accorpamento è rimbalzata a Monselice, scatenando reazioni piuttosto critiche. 


«La prima impressione è che la gestione di questi beni si allontani ancora di più da Monselice e dai suoi cittadini – osserva il capogruppo della “Nuova Monselice” Francesco Miazzi – rischiando di diventare ancor più "manageriale" e affaristica”. La Società è costituita non solo dalla Regione Veneto, ma anche dalla Provincia di Padova e dal Comune di Monselice, ed ha lo scopo di gestire i beni lasciati dal Conte Vittorio Cini – ricorda Miazzi - C’è stato un confronto prima di questa scelta? Viene da chiedersi dov’erano i consiglieri regionali di Monselice, quando si discuteva di questo. Auspichiamo che il sindaco Francesco Lunghi assuma tutte le informazioni del caso e riporti il confronto nel Consiglio comunale, coinvolgendo tutte le realtà associative interessate. Siamo stanchi di veder arrivare da Venezia proposte di gestione calate dall’alto, progetti inutili e pericolosi come l’ascensore, scarsi investimenti per la gestione e la valorizzazione del colle, che a tutt’oggi continua a non essere accessibile ai cittadini».

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