10 dicembre 2011

Perchè sostengo la manovra di Mario Monti

Alessandro Naccarato
Deve essere chiaro che senza l'intervento deciso, rapido e diretto del governo Monti, l'Italia rischia di finire nella spirale della Grecia, dove si varano provvedimenti che riducono drasticamente salari e stipendi e dimezzano il valore dei titoli di Stato. Una grande responsabilità di Berlusconi e della Lega è quella di aver nascosto la realtà, facendo credere ai cittadini che tutto andasse bene. I sacrifici imposti servono a evitare questo scenario, già denunciato dal Pd in occasione del voto sulle due manovre estive predisposte da Pdl e Lega, giudicate insufficienti quanto inadeguate.



Senza dubbio la manovra Monti può avere un segno di equità maggiore pur mantenendo invariati i saldi. Da questo punto di vista il Pd è impegnato a introdurre due modifiche: l'innalzamento della soglia di indicizzazione delle pensioni fino a 1.400 euro e l'introduzione di forme più incisive di tutela sociale per le donne e i lavoratori precoci, aumentando il prelievo sui capitali scudati. In ogni caso, va apprezzato l'impianto generale della manovra basato su risparmi certi, maggiori entrate fiscali e riforme strutturali. Le misure previste attuano una riduzione duratura della spesa pubblica, in particolare con l’estensione del metodo contributivo a tutti e con l'accorpamento degli enti previdenziali nell'Inps. Inizia il disboscamento degli enti inutili mai attuato dall'ex ministro Calderoli insieme alla riorganizzazione dei doppioni: verranno soppresse le Agenzie per la sicurezza nucleare, regolamentazione del settore postale, vigilanza in materia di acqua e altri enti, come quello per la trasformazione fondiaria di Puglia e Basilicata.

Allo stesso tempo, la manovra rafforza la riorganizzazione dello Stato a partire dagli enti locali, con i provvedimenti su Province, unione dei Comuni e società partecipate. Sul fronte dei tributi viene tassata la casa, bene immobile per definizione, con la reintroduzione dell’Ici in forme nuove, garantendo i redditi bassi e prevedendo che larga parte dell’imposta resti a disposizione dei municipi. Inoltre, si prevedono consistenti entrate da chi possiede beni di lusso e una sorta di Patrimoniale sui valori mobiliari e sugli utili delle imprese. Dopo anni di lassismo si riprende con rigore la lotta all'evasione fiscale, colpendo i capitali scudati da Tremonti, riducendo l'utilizzo del contante e aumentando gli strumenti di controllo per l'Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza. Ci sono vere riforme strutturali: l’abbassamento delle tasse sul lavoro, vantaggi per i contratti a tempo indeterminato rispetto a quelli a tempo e per chi assume giovani e donne. Infine, dopo anni di attesa ci sono interventi per la crescita: la stabilizzazione degli incentivi sul rinnovamento energetico delle abitazioni, il credito di imposta sulla ricerca, il sostegno al credito per le piccole e medie imprese, il finanziamento del trasporto pubblico locale e del sistema ferroviario, interventi per rilanciare l'edilizia, le esportazioni e le infrastrutture. (Alessandro Naccarato - deputato Gruppo Pd)

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