E’ Gianni Biasetto il nuovo presidente del Parco Colli. E questa volta pare lo rimarrà per molto, sia perché le dimissioni lampo di Simone Borile sono state un episodio difficilmente ripetibile, sia perché attorno a sé Biasetto ha una delle più larghe maggioranze mai viste al Parco. Ieri sera, dopo l’ufficialità delle dimissioni di Borile, l’assessore di Teolo e già vicepresidente del Parco è stato eletto alla guida dell’ente con 18 voti favorevoli. Unico voto contrario è stato quello di Eliana Maschio (Lega Nord), a cui si sommano le astensioni di Giuliano Martini e Luca Ruffin (Pdl) e le assenze al momento del voto di Claudio Specian, Luca Claudio e Massimo Bordin. Assieme a Biasetto è stato votato il comitato esecutivo del Parco Colli che, novità assoluta, vede all’interno un mix eterogeneo di forze politiche: Luca Callegaro, Lucio Trevisan, Simone Borile e Massimo Campagnolo (Pdl), Antonella Buson (Pd) e Paolo Trentin (Udc).
«La mia candidatura nasce da un programma condiviso con persone che ritengo amiche del Parco – ha commentato Biasetto – Avevamo contattato tutti i consiglieri, ma purtroppo l’adesione di qualcuno è mancata. Un gran peccato. Sono un pensionato, ho rinunciato ad altre occupazioni e dunque dedicherò il massimo del mio tempo a questo impegno».Le polemiche in fase di dibattito non sono mancate. «Mi pare che questa non sia una giunta che stravolge quella precedente – ha detto per esempio Ruffin – Stesse persone, stesso programma copia-incolla: eppure sembra sia successa chissà quale rivoluzione». Martini si è messo addirittura un nastro nero al braccio, in segno di lutto: «Con questo accordo il Pdl regionale e provinciale è morto: è un giorno triste per il partito». Eliana Maschio ha ribadito quanto espresso dai vertici padovani della Lega Nord: «Quello che ha portato a questo comitato esecutivo è un accordo politico fatto sotto banco: è mancato il percorso viso a viso. Per questo non potevamo aderire all’intesa proposta da Biasetto».
«Non siamo qui per un seggio – ha voluto ribadire Giancarlo Piva (Pd) – ma per un programma condiviso. Vogliamo costruire, ma anche essere critici se serve. Il Parco rischiava di venire commissariato: ora invertiamo la rotta». «E’ essenziale in questo momento essere forti con la Regione – ha confermato Riccardo Roman (Udc) – Non si poteva ripetere l’errore di sei mesi fa, quando dal gruppo di governo erano stati esclusi il centro e le sinistre».
mattino di padova | 2/12/11