Secondo i proponenti, si tratta di una semplice questione di rispetto delle norme: la stessa legge regionale, infatti, prevede che il Prg debba adeguarsi alle norme del Piano ambientale. E il fronte trasversale dei consiglieri si fa forte della lettura che il Tar del Veneto ha dato delle regole del Parco, quando ha bocciato il revamping Italcementi: le cementerie sono «incompatibili» con il Parco Colli. Al momento però il Prg dice tutt'altro, e per questo i consiglieri chiedono di modificarlo. Dall'amministrazione c'è già chi ha fatto sapere di vedere come fumo negli occhi qualsiasi ipotesi di stop alle cementerie. Allegato alla proposta c'è un parere del dirigente dell'Area tecnica, l'ingegner Mario Raniolo. Parere che in maniera molto tecnica sembra dire che se il Comune intende adottare nel Prg le norme più restrittive per le cementerie contenute nel Piano ambientale lo può fare, ma che non sarebbe obbligato a farlo. Se passasse la normativa più restrittiva, ogni intervento eccedente la manutenzione e l'adeguamento degli impianti dovrebbe essere oggetto di convenzione prima di essere eseguito. (dal Mattino di Padova)
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La posizione del Partito Democratico
Il tema che ci occupa questa sera è un tema importante che ci vede impegnati da tempo in diversi fronti e in diversi contesti.
Il partito Democratico, in questa sede, vuole solo ribadire un principio al quale non può e non vuole derogare, un principio condiviso che dovrebbe trovarci tutti uniti: il rispetto delle norme.
Rispettare la legge non può e non deve mai essere una scelta politica.
Rispettare la legge è un dovere civico, sociale e morale che deve obbligare tutti, noi rappresentanti dei cittadini prima di tutti gli altri.
Il rispetto della legge, il rispetto delle norme del Parco Regionale dei Colli euganei, il rispetto delle sentenze amministrative, ricordiamoci, provvisoriamente esecutive, il rispetto per tutti i cittadini che le norme le hanno sempre seguite.
Questi sono concetti sui quali nessuno di noi dovrebbe avere alcun dubbio.
Va rispettata anche la gerarchia giuridica delle norme: ciò significa, per noi, prima di tutto il rispetto della normativa del Piano ambientale del Parco e poi i regolamenti comunali.
A chi ci taccia, continuamente di non aver proposto qualcosa di alternativo, rispondiamo seccamente che queste parole rappresentano il fallimento dell’amministrazione che da 13 anni governa questa città.
Le alternative vanno ricercate nel tempo, coltivate con pazienza e sulla base del tipo di sviluppo e del futuro che vogliamo per il nostro territorio.
Questa amministrazione e la precedente per ben 10 anni non si è mai posta alcun problema in tal senso, salvo puntare il dito ora contro chi vorrebbe un futuro diverso e migliore per la nostra città.
Non accettiamo questa critica e la rispediamo al mittente senza se e senza ma.
E facciamo un esempio su come un’amministrazione lungimirante guarda ai problemi.
L’esempio riguarda il Comune di Este che ha visto negli ultimi 10 anni morire l’intero settore ceramico, che occupava centinaia di persone, oltre che essere il prodotto tipico della città.
Ora, in uno di quei capannoni ormai vuoti, una società privata sta cercando di riconvertire l’immobile in modo eco-sostenibile per renderlo fruibile per lo svolgimento di servizi alle imprese.
Questa società porterebbe in quel luogo ben 100 posti di lavoro.
Avrete letto queste notizie dai quotidiani.
E’ qualche anno che il Comune di Este sta facendo l’impossibile per cercare di far andare a buon fine la riconversione.
Ciò per dirvi che le alternative vanno coltivate nel tempo, che i problemi e le opportunità vanno colti da lontano, che le sfide per il cambiamento vanno percorse con determinazione da chi governa la città e ha pure la convinzione di farlo bene.
Peraltro, le alternative ci sono: sono allo studio da diverse parti, tra le quali il convegno pastorale e numerosi privati che hanno avanzato valide alternative.
La scelta è politica: quella di mettersi attorno ad un tavolo e decidere di percorrere una strada diversa da quella che, negli ultimi 100 anni ha caratterizzato il nostro territorio e che di sicuro non rappresenta una scelta strategica e lungimirante.
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Dichiarazione di voto del Capogruppo PD Rino Biscaro durante il Consiglio Comunale
Sig. Presidente, Sindaco, colleghi consiglieri, cittadini
La delibera che dobbiamo votare, come vi è noto, è particolarmente importante per Monselice. La decisione su un significativo sito produttivo che ha caratterizzato lo sviluppo di Monselice negli ultimi cinquanta-sessantanni è impegnativa per i risvolti soprattutto occupazionali, e non solo, che essa rappresenta.
Innanzitutto è bene che abbiamo la consapevolezza che non tutto dipende dalla nostra decisione.
Le sentenze del TAR che sono state prima ricordate indicano con chiarezza la concorrenza decisionale, a volte anche ingarbugliata, di varie istituzioni: Comune, Parco Colli, Provincia, Regione, Ministero dell’Ambiente e perché NO l’Europa con le sue direttive in materia di ambiente, paesaggio e salute.
Quello che viene proposto è un atto di chiarezza istituzionale onde evitare continui ricorsi con approvazioni e bocciature che comportano solo paralisi e poca chiarezza e poca responsabilità.
Il recepimento delle normative del piano ambientale è un atto di trasparenza.
In più le stesse saranno valiate dalla Provincia competente in seguito alla delega urbanistica (silenzio-assenso). E’ opportuno, quindi, che una questione così importante veda il coinvolgimento di un ente, come la Provincia, la cui competenza programmatoria potrebbe aiutare ad individuare soluzioni meno conflittuali che garantiscano sia l’occupazione che la tutela paesaggistica.
E’ con questo spirito di chiarezza, senza ricatti, con ponderata sofferenza che annuncio il voto favorevole del mio gruppo alla delibera.
Grazie
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