Stato di calamità naturale. La richiesta è partita ufficialmente ieri: per il Comune di Monselice e la Protezione civile, l’emergenza-frane che in queste ore sta creando lo scompiglio sul colle della Rocca deve ottenere il più ampio margine di aiuto da Stato e Regione. Intanto gli smottamenti, che lunedì hanno interessato in particolare le vie San Martino e Galilei e il parcheggio della cava, sembrano essersi fermati. Il punto. «Non farò cessare lo stato d’allarme comunale fino a quando i tecnici di Regione e Genio non mi avranno garantito che tutti i cittadini sono al sicuro»: ad assicurarlo è il sindaco Francesco Lunghi, che assieme al delegato della Protezione civile Giuseppe Rangon ieri ha compilato anche la richiesta per ottenere lo stato di calamità naturale. «Purtroppo siamo vincolati dal fatto che il colle è una proprietà privata della Regione» continua Lunghi «Abbiamo chiesto e ottenuto che già domani (oggi, ndr) sia messa in sicurezza la parete di via San Martino, attraverso la sistemazione della rete metallica e la rimozione delle pietre instabili. In secondo luogo miriamo a ottenere una mappatura completa delle frane del colle, una sistemazione entro pochi mesi dei fronti più pericolosi e una messa in sicurezza totale del monte non oltre i quattro anni di tempo».
Effettivamente ieri il Genio civile, attraverso il responsabile Tiziano Pinato, ha svolto una prima valutazione sulle opere di maggiore urgenza e sui relativi costi: la relazione verrà resa nota oggi. Gli sfollati. Le famiglie che devono rimanere lontane da casa sono al momento otto: sei in via San Martino e due in via Santo Stefano. «Credo tuttavia che l’ordinanza di abbandono delle abitazioni verrà revocata nel giro di qualche ora» anticipa Lunghi «Queste famiglie non corrono pericoli ed è sufficiente che sia sistemata la rete di protezione. Diverso è il discorso per i due nuclei di via Santo Stefano, dove non si è ancora raggiunto un piano di intervento con il privato che è proprietario della parete danneggiata». Praticamente tutte le famiglie hanno trovato sistemazioni nelle case di parenti, evitando dunque trasferte forzate in hotel e affittacamere. «Durante il giorno riusciamo ad entrare in casa senza problemi» spiega per esempio Maddalena Tedesco, che vive al civico 7 di via San Martino «La notte, invece, si teme sempre che possa venir giù ancora qualche masso, per cui preferiamo dormire in altri letti». E, infatti, sembrerebbe che la notte scorsa qualche altro pezzo di pietra sia scivolato nei cortili che danno sulla parete franata. Intanto ieri più di qualche cittadino, preso dall’ansia, si è rivolto alla centrale mobile della Protezione civile (sistematasi davanti al municipio con la postazione mobile) per ricevere rassicurazioni sulla sicurezza delle abitazioni poste ai piedi del colle. Da lunedì è attivo un numero apposito per i cittadini, il 331-6389168. Il Pd. Il consigliere regionale Claudio Sinigaglia presenterà oggi alla giunta di Luca Zaia un’interrogazione sull’emergenza del colle: si chiederanno interventi urgenti e contestualmente si inviterà la Regione ad individuare eventuali responsabilità per quanto accaduto in queste ore. Particolarmente polemico, sul fronte locale, è invece il consigliere comunale Rino Biscaro: «Adesso i nostri amministratori, invece di prendersi le responsabilità e di spingere sulla Regione, fanno finta di essere esperti di geologia e botanica. È l’ennesima caccia al voto che non porterà alcun risultato: ci si rivolga a professionisti e si risolva questa situazione una volta per tutte». Il collega di minoranza Francesco Miazzi (Nuova Monselice) ha intanto richiesto un consiglio comunale straordinario sul tema.
dal mattino di padova del 27 marzo 2013
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