13 gennaio 2013

Il PD padovano verso Roma.

Laura non c’è, direbbe Nek. Ma l’assenza giustificata della Puppato, capolista al Senato, che ieri era in Sala degli Anziani a Palazzo Moroni al convegno sulle Città sostenibili organizzato da Sel, viene compensato dalla presenza della new entry Giorgio Santini, numero tre per Palazzo Madama. La presentazione dei candidati padovani per il Parlamento è guidata dal segretario provinciale Federico Ossari (che ha rinunciato in zona Cesarini alle sua ambizioni personali), accomodato tra il sindaco Flavio Zanonato, lo stesso Santini (segretario generale aggiunto della Cisl) e Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd e capolista in Veneto 1.
«Candidiamo 14 persone», puntualizza Ossari, «otto donne e sei uomi. Un segno importante delle Primarie. Abbiamo una ricchezza, una dote costruita attraverso i due percorsi delle Primarie che dobbiamo spendere, insieme a Sel, a livello comunicativo. Schieriamo i due parlamentari uscenti, Alessandro Naccarato (2) e Margherita Miotto (10). E ancora sindaci, amministratori, consiglieri comunali, cittadini e cittadine». Camera 1: Giulia Narduolo (6), Vanessa Camani (14), Francesco Corso (17), Mariella Pesce (19), Loretta Pasquato (22), Nona Evghenie (25), Elisa Scremin (29). Senato: Giancarlo Piva (5), Claudio Piron (12), Marisa Galbussera (16), Daniele Toniolo (21), Fernando Zaramella (21). In platea - qualche fila dietro gli aspiranti parlamentari che fanno passerella - c’è anche il senatore Paolo Giaretta, «che ha fatto la scelta di non essere più parlamentare. Il Pd», aggiunge Ossari, «è l’unico partito che ha un progetto credibile, In troppi raccontano favole, non ultimo Monti. Da Berlusconi ci aspettiamo capriole. Ci dispiace, invece, che chi ha costruito un’immagine di sobrietà si lasci cadere in una china elettorale. Il Veneto è una delle quattro regioni decisive per il Senato, è una sfida importante». Timoniere in Veneto 1 è l’ex presidente della Provincia di Venezia Davide Zoggia. «Non è padovano», puntualizza Ossari, «ma lo diventerà. Avremo bisogno del suo aiuto». Il capolista conferma l’ottimismo: «Ringrazio il Pd padovano che ha accettato la mia candidatura. Le nostre liste sono fatte totalmente da veneti. Siamo pronti a una svolta per la nostra regione. Il centrodestra ha promesso il federalismo e la riduzione delle tasse, ma non ha prodotto nulla. Leggo positivamente le dichiarazioni del presidente di Confindustria Veneto Tomat. È caduto un muro nei confronti del Pd». Quanto alla salita in politica di Mario Monti, Zoggia ritiene che «sa di non potersi imporre alle elezioni e prova ad impedire al Pd di vincerle». Giorgio Santini, al debutto nel Pd, di dichiara contento per la scelta «di aprire le liste al mondo sindacale e a quello del sociale. C’è una sofferenza sociale che va rispettata. Bisogna essere generosi e umili per offrire un vero servizio alla cittadinanza. Spero di non vivere più la stagione del 2007 in cui, tre giorni dopo aver chiuso un accordo con il governo, allora di centrosinistra, quattro ministri manifestarono in piazza contro il governo di cui facevano parte». Flavio Zanonato ricorda che «c’è un motivo in più per cui al Comune conviene un governo di centrosinistra: ha sempre favorito le autonomie locali. Il penultimo esecutivo, invece, ha invece manifestato il più assoluto disinteresse per questi temi». Il sindaco benedice le Primarie «che ci hanno permesso di recuperare il gap legato alla mancata approvazione di una nuova legge elettorale: questo modo di selezionare i candidati ci permetterà di eleggere tante donne: saremo nella parte alta della classifica a livello mondiale». Zanonato si compiace anche per il legame stretto con il mondo del lavoro. «La volta scorsa», ricorda, «avevamo un personaggio del mondo dell’impresa (Massimo Calearo, ndr) ma è finita male. Anche se l’idea in sè non era sbagliata».

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