Nel contesto del riordino delle Province, la prospettiva di inserimento dei Comuni della Provincia di Padova nella Città metropolitana Venezia-Padova non può che essere fortemente attraente e costituire una straordinaria opportunità, perché ci inserirebbe in un’entità molto più consistente sul piano territoriale-demografico-amministrativo, economicamente più ampia e interessante con peculiarità complementari e integrative alla nostra economia, culturalmente prestigiosissima e comunque susciterebbe elevato interesse generale dall'esterno, consentendoci, ad esempio, di accedere più facilmente ai fondi europei.
La stessa Venezia ha un interesse specifico in questo senso perché, da sola, sarebbe la Città metropolitana più piccola d'Italia.
Quali possono essere le perdite per Monselice dentro una scelta di questo tipo?
Credo nessuna: potrebbero esserci soltanto dei benefici, inserendoci in una pianificazione della viabilità e della mobilità di trasporto più larga, in una programmazione di tutela ambientale e idrica più seria e vantaggiosa, in una prospettiva di crescita culturale più ampia, consapevoli che è e sarà sulle grandi aree metropolitane che si sperimenterà l’innovazione, si investirà nell’hi-tech, nella ricerca universitaria, nei servizi e nella sanità di eccellenza. Qui l'Europa ed il Paese stanno investendo risorse finanziarie e progettualità.
L'iniziativa di Zanonato e Orsoni nasce, certo, in modo tardivo e affrettato, senza dare il tempo agli amministratori di effettuare le necessarie valutazioni e di assimilarne, a freddo, prospettive, potenzialità, pro e contro. Senza coinvolgere in un ragionamento preventivo il territorio benché nel dispositivo al voto del Consiglio Comunale di Padova si menzioni l’opportunità di entrare nel progetto per tutti i comuni della provincia. Il limite che va superato è che qualcuno decida per conto terzi quali comuni coinvolgere e quali no, almeno coordinando una rapida riflessione come Partito Democratico nei comuni dove amministriamo ma anche in quelli dove siamo per ora all’opposizione come a Monselice.
Certamente la Regione ha dato un pessimo esempio di programmazione e legislazione, non decidendo nulla e rinviando ogni decisione al Governo.
Qualcuno, inoltre, potrebbe obiettare che si tratta di un’operazione targata centrosinistra e per questo da cassare pregiudizialmente. E’ vero: i due Sindaci capofila sono della stessa parte politica (Zanonato e Orsoni) ma vi hanno immediatamente aderito i Sindaci di Abano e di Montegrotto (entrambi di centrodestra). In ogni caso su questioni di tale portata, si deve guardare al futuro, considerando che la programmazione resta mentre le maggioranze politiche possono facilmente variare.
Non sappiamo quante possibilità abbia questo progetto di essere accolto nel decreto di imminente emanazione dal Governo, ma è certo che, se sarà accolto, vi saranno inseriti i Comuni che avranno avuto il coraggio di deliberare la richiesta. Per questo vi è una certa fretta di esprimersi in questo senso.
Se non facciamo niente e restiamo a guardare un processo inesorabile come quello che coinvolgerà Padova e Venezia, Monselice verrà aggregata al territorio che resterà escluso dall’area metropolitana o addirittura costretti alla tacita annessione alla provincia di Rovigo che troverebbe così il territorio e il numero di abitanti necessari ad evitare di essere cancellata, benché il Sindaco affigga 6x3 dove rifiuta questa possibilità.
A volte occorre saltare sul treno che passa, anche se è veloce e quindi ci lascia poco tempo per decidere e dove sembra che qualcuno sia pure contento se lo perdiamo. I limiti, i rischi di questa scelta sono dietro l’angolo, ma talvolta anche i rischi conducono a risultati positivi a cui ogni amministratore serio non può sottrarsi.
Pierluigi Giaccarello
Segretario PD Monselice
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