Le ecomafie non conoscono crisi, e continuano a produrre un fatturato dia 16,6 miliardi di euro. I numeri della criminalità ambientale nel 2011 segnano infatti 33.817 reati scoperti, quasi 93 al giorno, il 9,7% in più rispetto al 2010. Aumentano i furti di opere d'arte +13,1, incendi boschivi che hanno devastato oltre 60 mila ettari di boschi, e il racket degli animali sono aumentati del 28%, triplicano gli illeciti nel settore agroalimentare. Il settore del cemento, con 6.662 gli illeciti, e quello dei rifiuti, con 5.284 reati, si confermano clou di un florido business che non conosce recessione.16,6 miliardi ricavati dalla ecocriminalità. Sono questi i numeri diffusi nel rapporto di Legambiente Ecomafia 2012, presentato oggi a Roma.
In particolare, durante lo scorso anno sono aumentati gli incendi boschivi, che hanno devastato oltre 60 mila ettari di boschi; i reati contro la fauna (commercio specie protette, commercio illegale di pelli pregiate, bracconaggio, combattimenti tra cani, corse ippiche clandestine, macellazione clandestina), sono aumentati del 28% con ben 7.494 infrazioni; il patrimonio storico, artistico e archeologico ha subito un vero assalto con furti aumentati del 13,1% e più 50% di sequestri effettuati. Contro la filiera agroalimentare sono stati accertati 13.867 reati, più che triplicati rispetto al 2010.
I sequestri sono stati pari a 1,2 miliardi di euro con un danno erariale di oltre 113 milioni. In lieve flessione (ma con numeri sempre straordinari soprattutto se confrontati col business legale), i reati nel ciclo dei rifiuti e del cemento. Sono infatti 5.284 i reati e 5.830 le persone denunciate nel primo settore. Aumentano i traffici illeciti internazionali mentre i rifiuti gestiti illegalmente e sequestrati si sono attestati sulle 346 mila tonnellate, come se 13.848 enormi tir si snodassero in una fila lunga più di 188 chilometri.
Le inchieste sui traffici organizzati dei rifiuti dalla data della prima applicazione del delitto (articolo 260 del decreto legislativo 152 del 2006) ad oggi sono 199, con 1.229 persone sottoposte ad ordinanza di custodia cautelare, 3.654 persone denunciate e 676 aziende coinvolte in tutte le regioni, Val d'Aosta esclusa.
Le inchieste hanno riguardato anche 23 Paesi esteri, sempre più coinvolti nei traffici internazionali di rifiuti in partenza dall'Italia (dal 2001 al 30 aprile 2012 sono state 32 e hanno interessato ben 23 paesi tra Europa, Asia e Africa), per cui - sottolinea il Rapporto di Legambiente - "è necessario segnalare il recente e significativo fenomeno delle materie prime sottratte alle aziende e ai consorzi di riciclaggio legali che vanno ad arricchire le organizzazioni criminali".
Rifiuti in plastica e rottami ferrosi risultano essere infatti, tra i materiali più ambiti dai trafficanti di mestiere che attraverso trattamenti fittizi e giri bolla movimentano il pattume fino alla sua destinazione finale: all'interno di piloni e strade, in vecchie cave, in cantieri edili o in siti oltreconfine. Sono invece 6.662 gli illeciti e 8.745 le persone denunciate (circa 4 al giorno), nel ciclo del cemento, dove nonostante la crisi e il calo del 20% stimato dal Cresme nel mercato legale, l'abusivismo ha fatto registrare 25.800 casi tra nuove costruzioni o grandi ristrutturazioni, con un fatturato che si conferma stabile intorno a 1,8 miliardi di euro.
da http://www.rassegna.it/
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