Un progetto finanziato con la bellezza di 4 milioni e 200 mila euro dalla Regione Veneto. E' approdata anche in Consiglio comunale la discussione sulla struttura, destinata all'inserimento lavorativo dei disabili, che dovrebbe sorgere a Monselice, a cura della cooperativa Ipas. E che già aveva fatto notizia poco tempo fa, per essersi aggiudicata a sorpresa la fetta più grossa nella ripartizione dell'apposito fondo di rotazione, effettuata dalla Giunta regionale del Veneto, tra i cinquantuno progetti presentati. La coop Ipas prevede, nel dettaglio, l'acquisto di 3.500 metri quadri di terreno e l'edificazione di una struttura industriale di 3 mila metri quadri, il tutto in via Umbria, nella zona industriale di Monselice.
«La notizia del finanziamento di questo progetto ha suscitato parecchio scalpore», osserva il consigliere della Nuova Monselice Francesco Miazzi. «Sono intervenuti i sindaci del territorio e gli enti del privato sociale accreditato istituzionalmente dell'Usl 17 che gestiscono servizi semiresidenziali e residenziali per la disabilità, soggetti che hanno sottoscritto l'accordo di gestione e che hanno lavorato e collaborato fattivamente per la definizione del piano di zona locale. Tutti esprimevano incredulità di fronte al fatto che fosse stato concesso un contributo molto importante per la costruzione di una struttura adibita ad attività per disabili e inserimento lavorativo ad una cooperativa sociale completamente sconosciuta al territorio». Oltretutto, perché il progetto vada avanti serve il parere del sindaco e dell'esecutivo della Conferenza dei sindaci dell'Usl, di cui è presidente lo stesso Lunghi, che pochi mesi fa aveva detto di non conoscere i dettagli del progetto ma di essere al corrente solo della sua esistenza. «Chiediamo al sindaco se conosceva direttamente, oppure tramite chi, ha avuto le credenziali di questa Cooperativa», continua Miazzi, «E se e come intende aprire un confronto con le altre amministrazioni comunali, le Fondazioni e le Cooperative che da quaranta anni operano nel territorio». «Si tratta di una struttura che non farà concorrenza ai Ceod, perché svolge un servizio diverso, l'integrazione lavorativa di soggetti svantaggiati», replica il sindaco Francesco Lunghi, «Oltre ai disabili, si tratterà di ultracinquantenni che hanno perso il lavoro o di ex detenuti. Ci è arrivata questa importante proposta e credo sia solo positivo, per Monselice, poter creare quaranta nuovi posti di lavoro in un periodo di grave crisi come quello che stiamo vivendo ormai da diversi anni. Se qualcuno ritiene che non ci fossero i requisiti, non esiti a presentare un ricorso al tribunale amministrativo regionale».
Mattino di Padova
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