«Se non ci fosse stata la legge speciale salva-paesaggio, la 1097 del 1971 che arginò lo scempio delle cave, non sarebbe nemmeno nato il Parco Colli e chissà quarant'anni dopo cosa sarebbe rimasto di un patrimonio ambientale e naturalistico come quello degli Euganei». Carlo Francanzani sabato scorso al convegno «1971-2011» a "La Costigliola" di Rovolon, promosso dal Coordinamento delle Associazioni ambientaliste del Parco Colli per fare il punto quarant'anni dopo la legge di tutela degli Euganei, tesse i meriti di quella normativa che porta il nome suo e quello del primo firmatario, l'allora deputato della Democrazia cristiana Giuseppe Romanato di Rovigo. «Ricordo che ogni giorno partivano dalla zona dei colli colonne di camion e rimorchio carichi di trachite. Migliaia di tonnellate di sasso da annegamento e da lavoro e di marna per alimentare i cementifici. E i buchi giorno dopo giorno diventavano sempre più grandi», evidenzia il politico, indicando le gigantografie di allora appese in sala che danno il senso delle devastazioni.
«Oggi le cave rimaste sono poche, sono quelle di trachite pregiata che operano sulla base di un piano che prevede la loro dismissione. Dopo la legge 1097, che fu la premessa per la nascita anche se in ritardo in sede regionale del Parco, nei primi anni '90 è intervenuto il Piano ambientale. Uno strumento che a mio avviso vent'anni dopo andrebbe rivisto potenziandone il ruolo e ascoltando le esigenze del territorio, che a distanza di tempo sono cambiate – aggiunge l’ex ministro – La legge nazionale è stata importante per la cessazione dell'attività distruttrice e per il potenziamento di alcuni settori come l'agricoltura e il turismo. I vincoli, insomma, si sono trasformati pian piano negli anni in opportunità per la gente che sui colli ci vive».
Fracanzani suggerisce anche la strada che si dovrebbe percorrere per dare un futuro certo ai Colli Euganei: «Occorre prevedere normative che incentivino le attività che non sono delocalizzabili, come l'agricoltura e il turismo – aggiunge l'ex parlamentare – Cessata la smania di far business con l'estrazione della trachite sui Colli ci si è concentrati sul settore agricolo, in particolare sulla viticoltura e sull'olivicoltura che garantiscono anche sicurezza dal punto di vista idrogeologico all'area. Un'area protetta dal punto di vista paesaggistico, infine, è un valore aggiunto nei confronti del confinante bacino termale di Abano e Montegrotto, che non ce la fa più a vivere solo di terme». Al convegno di sabato è intervenuto anche il figlio di Giuseppe Romanato, Giampaolo, che ha evidenziato le ostilità incontrate dalla legge speciale durante l'iter che l'ha portata all'approvazione. Tra i relatori figurava anche il direttore del defunto Consorzio valorizzazione Colli Euganei, Alberto Moro. Il giornalista Francesco Jori ha invece parlato del ruolo della stampa locale e nazionale nella delicata fase di approvazione e applicazione della legge. La sessione pomeridiana del convegno ha riservato spazio anche ai responsabili delle associazioni ambientaliste: Gianni Sandon, Paolo Castelnovi e Francesco Miazzi.
Mattino di Padova 28/11/2011