21 giugno 2011

Profughi al Ceod di Monticelli. La Lega: «Assurdo, l'edificio è nuovo»

MONSELICE. Una proposta unitaria per la gestione dei profughi nordafricani in arrivo. Accoglienza per il gruppo di tutto il distretto, mediatore culturale, corsi per imparare la lingua italiana e conoscere la Costituzione, e una sede, se sarà confermata, in grado di accogliere al meglio i migranti: quella del Ceod di Monticelli, recentemente rinnovato. Il piano. L'ha presentato ieri sera, nel corso dell'incontro davanti al prefetto, il sindaco Francesco Lunghi, anche in quanto presidente del distretto di protezione civile. Prevede l'accoglienza in una sede unica, per 6 mesi, con possibilità di rinnovo per altri 6, un contratto per la fornitura dei pasti, la fornitura di materiale di supporto. In caso di proroga, Monselice garantirà ancora l'accoglienza ma solo se ci sarà la copertura di spesa da parte del governo.
In caso contrario, ogni Comune gestirà la propria quota di profughi. L'organizzazione del piano è di Monselice, attraverso la protezione civile, coadiuvata dagli assessorati alle Politiche sociali e al Bilancio, in un apposito Gruppo di lavoro. La sede. La voce ormai insistente trova una conferma da parte del sindaco. «La sede più probabile - riconosce Lunghi - è il Ceod di Monticelli. La struttura è idonea, manca l'agibilità per il ponte ma il problema dovrebbe essere risolto». Rimesso a nuovo da poco, il Ceod è al momento ancora inutilizzato, in attesa del via libera regionale per le attività per i disabili. Le reazioni. Chi fa resistenza è la Lega. «E' una follia mettere dei profughi in una struttura nuova» sostiene il consigliere Emanuele Rosina. Pieno appoggio all'iniziativa del sindaco arriva dai consiglieri del centrosinistra Francesco Miazzi, Rino Biscaro e Francesco Bussi, che parlano di una Lega «in piena crisi d'identità, incapace di assumersi le responsabilità di governo». «Se saremo coinvolti dal sindaco - assicurano - non faremo mancare il nostro apporto di idee e sostegno materiale per un atto che consideriamo di alto valore umanitario». (f.se.) Mattino di Padova 26 maggio 2011

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