«Entro la prossima settimana il comitato direttivo di Italcementi si riunirà coi consulenti legali per valutare la proposta emersa dalla convenzione approvata del Parco. In quella sede l'azienda deciderà la propria posizione». Questa la reazione all'approvazione della convenzione che appoggia il revamping dettando alcune condizioni.
«Sono molto onerose, sul piano economico, le richieste avanzate - commentano i vertici di Italcementi - Soprattutto meritano un approfondimento le condizioni che vincolano l'uso futuro della proprietà dell'area e la sua restituzione a verde. Si tratta di un vincolo che, per la prima volta, viene introdotto in Italia per un impianto del nostro gruppo. E va valutato attentamente».
L'azienda assicura comunque il proprio spirito costruttivo. Sul fronte amministrativo e politico locale, intanto, il vicesindaco di Monselice Gianni Mamprin assicura che molti altri rappresentanti di giunte comunali sarebbero pronti a firmare il documento pro revamping.
«Il documento della scorsa primavera non era contro il progetto - sostiene a questo proposito Mamprin - ma chiedeva solo di aprire un momento di confronto, cosa che è stata fatta e che adesso dà i suoi frutti».
Interviene anche il consigliere di Veneto Libero Lucio Perin: «I cittadini di Monselice e dei comuni vicini sono sicuramente a favore del revamping - argomenta - Sono invece molto sorpreso che i due partiti che dicono di essere i più popolari, Pd e Lega Nord, non si rendono conto di quello che pensano le persone normali e si schierano contro».
Ai sindaci che hanno cambiato fronte si rivolge invece Francesco Corso, primo cittadino di Baone: «Quando abbiamo dato vita al documento sul revamping Italcementi ci siamo ritrovati e ne abbiamo discusso non come uomini di parte, ma come persone che hanno la responsabilità delle nostre comunità. Abbiamo convenuto insieme di affermare la dignità di amministratori che si ponevano il sacrosanto interrogativo delle prospettive di sviluppo futuro della nostra area e di come quest'opera avrebbe ipotecato per 30-40 anni qualsiasi ipotesi di sviluppo eco-sostenibile per il nostro bellissimo territorio. Allora - conclude l'amministratore - non avevamo obbedito ad ordini di scuderia». Secondo Corso, all'azienda si potevano fare richieste ben più stringenti, come quella di adeguarsi ai limiti di emissione degli inceneritori.
Anche l'Italia dei Valori ribadisce il suo no al revamping. «Di amministratori influenzabili il nostro Paese può, volentieri, fare a meno - dicono Sabrina Di Napoli, consigliere provinciale, e Antonino Pipitone, consigliere regionale - La risposta che dobbiamo dare valuta gli standard di salubrità dell'aria, a garanzia in primo luogo dei cittadini, e valuta una soluzione che tuteli e migliori l'appeal del territorio creando occasioni di nuovo lavoro, soprattutto compatibile con le finalità del Parco. Questo se vogliamo continuare a investire nel Parco Colli. Oppure, possiamo tranquillamente ripensarne le funzioni e fare del Parco Colli un pezzo qualsiasi della nostra Provincia. Si tratta di scegliere».
«Sono molto onerose, sul piano economico, le richieste avanzate - commentano i vertici di Italcementi - Soprattutto meritano un approfondimento le condizioni che vincolano l'uso futuro della proprietà dell'area e la sua restituzione a verde. Si tratta di un vincolo che, per la prima volta, viene introdotto in Italia per un impianto del nostro gruppo. E va valutato attentamente».
L'azienda assicura comunque il proprio spirito costruttivo. Sul fronte amministrativo e politico locale, intanto, il vicesindaco di Monselice Gianni Mamprin assicura che molti altri rappresentanti di giunte comunali sarebbero pronti a firmare il documento pro revamping.
«Il documento della scorsa primavera non era contro il progetto - sostiene a questo proposito Mamprin - ma chiedeva solo di aprire un momento di confronto, cosa che è stata fatta e che adesso dà i suoi frutti».
Interviene anche il consigliere di Veneto Libero Lucio Perin: «I cittadini di Monselice e dei comuni vicini sono sicuramente a favore del revamping - argomenta - Sono invece molto sorpreso che i due partiti che dicono di essere i più popolari, Pd e Lega Nord, non si rendono conto di quello che pensano le persone normali e si schierano contro».
Ai sindaci che hanno cambiato fronte si rivolge invece Francesco Corso, primo cittadino di Baone: «Quando abbiamo dato vita al documento sul revamping Italcementi ci siamo ritrovati e ne abbiamo discusso non come uomini di parte, ma come persone che hanno la responsabilità delle nostre comunità. Abbiamo convenuto insieme di affermare la dignità di amministratori che si ponevano il sacrosanto interrogativo delle prospettive di sviluppo futuro della nostra area e di come quest'opera avrebbe ipotecato per 30-40 anni qualsiasi ipotesi di sviluppo eco-sostenibile per il nostro bellissimo territorio. Allora - conclude l'amministratore - non avevamo obbedito ad ordini di scuderia». Secondo Corso, all'azienda si potevano fare richieste ben più stringenti, come quella di adeguarsi ai limiti di emissione degli inceneritori.
Anche l'Italia dei Valori ribadisce il suo no al revamping. «Di amministratori influenzabili il nostro Paese può, volentieri, fare a meno - dicono Sabrina Di Napoli, consigliere provinciale, e Antonino Pipitone, consigliere regionale - La risposta che dobbiamo dare valuta gli standard di salubrità dell'aria, a garanzia in primo luogo dei cittadini, e valuta una soluzione che tuteli e migliori l'appeal del territorio creando occasioni di nuovo lavoro, soprattutto compatibile con le finalità del Parco. Questo se vogliamo continuare a investire nel Parco Colli. Oppure, possiamo tranquillamente ripensarne le funzioni e fare del Parco Colli un pezzo qualsiasi della nostra Provincia. Si tratta di scegliere».
dal Mattino di Padova del 22/11/2010
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