29 ottobre 2013

NUOVE LEGGE ELETTORALE E IL GRILLO OFFESO


Il Movimento Cinque Stelle non smette di protestare, dopo non essere stati invitati al vertice di maggioranza di qualche giorno fa riguardante la nuova legge elettorale.

Vane sono state le parole del Presidente Napolitano, che non è riuscito a spiegare a Grillo che ha voluto convocare i partiti della maggioranza in quanto sono loro a dare un reale contributo e un’alta possibilità che via sia un passo in avanti nella spinosa questione. E vano è stato anche il tentativo, sempre da parte del Capo dello Stato, di rimediare allo smacco, convocando anche la minoranza: accettano con entusiasmo Sel e Fratelli d’Italia, che comunque non erano stati in silenzio davanti la loro esclusione. Un po’ offesi anche i leghisti, che alla fine acconsentono a un incontro privato, in quanto non si riconoscono negli altri partiti di minoranza. No secco invece da Grillo, anche se alcuni all’interno del Movimento sfrutterebbero questa possibilità. L’ultima nota del Quirinale ricorda a Grillo che “il Monarca” (come viene chiamato dalla Lombardi) ha sempre dato disponibilità quando Grillo richiedeva un incontro, nonostante le offese che si ripetono dalla formazione del Governo Letta.

Nonostante tutto, il Presidente Napolitano è deciso a far approvare una nuova legge elettorale, e per questo spinge i partiti, chiedendo più collaborazione e condivisione, sia nella maggioranza che all’opposizione. Impone anche una data: il 3 dicembre, giorno in cui la Corte Costituzionale prenderà in mano la legge Calderoli e ne valuterà la costituzionalità.

Nelle parole del Presidente della Repubblica si sente l’urgenza di intervenire, e assicura che non scioglierà le Camere fino a quando non arriverà al Quirinale la legge approvata, mancante della sua sola firma, anche a scopo di costituire un Governo di scopo.
Partiti avvertiti, dunque.

A.B. 

 

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