Per una volta da Lampedusa possiamo dire che arrivano buone
nuove, la visita di Papa Francesco in settimana ha dato certamente un forte
segnale che va necessariamente oltre ad una visione strettamente religiosa
arrivando a toccare in profondità i caratteri culturali e sociali del nostro
paese e di ogni altro paese proteso per sua natura all’accoglienza di migranti.
In questi giorni è stato detto di tutto riguardo questa
visita storica, spesso non si è esitato a fare strumentalizzazioni politiche e
altrettanto spesso certi soggetti politici hanno dovuto chinare il capo carichi
di imbarazzo; tuttavia un altro segnale che possiamo ricevere forte da questo
approdo sta nel riacquistare la capacità di abbassare la testa per guardare
verso sud in un momento in cui, necessariamente, dobbiamo guardare verso nord
(Bruxelles) e verso est e ovest (Usa e Cina) per riuscire a ottenere la tanto
sognata ricrescita economica. Guardare al sud, di questi tempi, va oltre
all’essere un semplice simbolo di umiltà arrivando ad essere esempio di civiltà
tanto morale quanto giuridica che il Vescovo di Roma si è accollato in maniera
forte e decisa affermando quanto sia assolutamente inutile andare alla
disperata ricerca di una “crescita” economica che però vede le propria
fondamenta nella “globalizzazione dell’indifferenza”.
Il primo viaggio di Bergoglio va dunque a guardare verso il
basso “non per consacrare una frontiera ma per pregare per i caduti in mare” e
rompendo ogni formalità protocollare, attraverso una forte simbologia degli
strumenti utilizzati, ci arriva a dire che l’attenzione sull’isola deve e dovrà
essere sempre forte soprattutto alla luce di quanto sta accadendo sulle sponde
meridionali del Mediterraneo.
E.D.
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