Qualche giorno fa è arrivata la decisione dalla Cassazione
che ha deciso di fissare la data per l’ultimo atto del Processo Mediaset al 30
luglio.
Questo processo vede imputato Silvio Berlusconi per frode
fiscale. La Corte d’Appello aveva dichiarato Berlusconi colpevole,
condannandolo a una pena di quattro anni ( di cui tre eliminati con l’indulto)
e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.
Il ritorno in aula non era ancora stato fissato, ma si
supponeva fosse in autunno o addirittura verso la fine dell’anno.
All’annuncio della data, sono insorti i legali dell’ex
Presidente del Consiglio e i maggiori esponenti del Popolo della Libertà: per primo
l’avvocato Coppi critica la velocità con cui si è decisa la data dell’udienza,
tanto da chiamare la sezione feriale della Cassazione, cioè quella che lavora
durante il periodo estivo. Con più tempo a disposizione, continua Coppi, la
difesa avrebbe avuto modo di approfondire la vicenda e reperire più prove a
discolpa di Berlusconi, e ha annunciato che richiederà un annullamento con
rinvio.
Anche Niccolò Ghedini critica la questione, affermando che
mai il corso della giustizia è stato così veloce, se non in rarissimi casi.
Con queste parole i giudici di secondo
grado motivano la sentenza:
“Era
assolutamente ovvio che la gestione dei diritti, il principale costo sostenuto
dal gruppo, fosse una questione strategica e quindi fosse di interesse della
proprietà, di una proprietà che, appunto, rimaneva interessata e coinvolta
nelle scelte gestionali, pur abbandonando l’operatività giornaliera.”
Oltre alle proteste dei legali dell’ex
premier, arrivano puntuali anche i commenti dai membri del PDL: per Daniela
Santanchè si deve passare all’azione, in quanto “la giustizia non c’è per
Silvio Berlusconi”, appoggiata da Sandro Bondi che parla di resistenza non
violenta. Mariastella Gelmini afferma che è chiaro l’obiettivo dei giudici,
ovvero eliminare il leader del PDL, con una velocità mai vista prima. Fabrizio
Cicchito invece vede il fatto come una destabilizzazione del Governo, e Renato
Brunetta infine afferma che è in gioco la libertà degli italiani, i quali
dovrebbero reagire.
Berlusconi è furioso con i giudici, ma non
ha subito commentato la loro decisione. Ha poi smentito che questo potrebbe
portare una crisi del Governo a larghe intese, e rimane fiducioso nella
sentenza della Cassazione.
L’ultima parola è stata del Presidente
dell’Associazione Nazionale Magistrati, Rodolfo Sabelli, il quale ha detto che
le accuse di persecuzione nei confronti di Berlusconi sono assolutamente
infondate: “nessuna persecuzione, sono
state applicate le regole”.
A.B.
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