15 luglio 2013

DECISO IL PROCESSO MEDIASET PER IL 30 LUGLIO. IRA DEL PDL

Qualche giorno fa è arrivata la decisione dalla Cassazione che ha deciso di fissare la data per l’ultimo atto del Processo Mediaset al 30 luglio.
Questo processo vede imputato Silvio Berlusconi per frode fiscale. La Corte d’Appello aveva dichiarato Berlusconi colpevole, condannandolo a una pena di quattro anni ( di cui tre eliminati con l’indulto) e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.
Il ritorno in aula non era ancora stato fissato, ma si supponeva fosse in autunno o addirittura verso la fine dell’anno.
All’annuncio della data, sono insorti i legali dell’ex Presidente del Consiglio e i maggiori esponenti del Popolo della Libertà: per primo l’avvocato Coppi critica la velocità con cui si è decisa la data dell’udienza, tanto da chiamare la sezione feriale della Cassazione, cioè quella che lavora durante il periodo estivo. Con più tempo a disposizione, continua Coppi, la difesa avrebbe avuto modo di approfondire la vicenda e reperire più prove a discolpa di Berlusconi, e ha annunciato che richiederà un annullamento con rinvio.
Anche Niccolò Ghedini critica la questione, affermando che mai il corso della giustizia è stato così veloce, se non in rarissimi casi.
Con queste parole i giudici di secondo grado motivano la sentenza:
Era assolutamente ovvio che la gestione dei diritti, il principale costo sostenuto dal gruppo, fosse una questione strategica e quindi fosse di interesse della proprietà, di una proprietà che, appunto, rimaneva interessata e coinvolta nelle scelte gestionali, pur abbandonando l’operatività giornaliera.
Oltre alle proteste dei legali dell’ex premier, arrivano puntuali anche i commenti dai membri del PDL: per Daniela Santanchè si deve passare all’azione, in quanto “la giustizia non c’è per Silvio Berlusconi”, appoggiata da Sandro Bondi che parla di resistenza non violenta. Mariastella Gelmini afferma che è chiaro l’obiettivo dei giudici, ovvero eliminare il leader del PDL, con una velocità mai vista prima. Fabrizio Cicchito invece vede il fatto come una destabilizzazione del Governo, e Renato Brunetta infine afferma che è in gioco la libertà degli italiani, i quali dovrebbero reagire.
Berlusconi è furioso con i giudici, ma non ha subito commentato la loro decisione. Ha poi smentito che questo potrebbe portare una crisi del Governo a larghe intese, e rimane fiducioso nella sentenza della Cassazione.
L’ultima parola è stata del Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Rodolfo Sabelli, il quale ha detto che le accuse di persecuzione nei confronti di Berlusconi sono assolutamente infondate: “nessuna persecuzione, sono state applicate le regole”.


A.B.

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