Edward
Snowden, Datagate. Un nome ed una parola che da più di un mese rimbombano nei
media di tutto il mondo. Una storia di spionaggio sulla bocca di tutti ma che
non tutti capiscono a fondo. Semplificando:
- Un giovane ragazzo statunitense alle dipendenze
della National Security
Agency (Nsa) ha rivelato al mondo che le
comunicazioni via telefono e Internet di un numero imprecisato di cittadini,
sono state monitorate negli anni attraverso una serie di programmi (Prism,
Boundelss Informant, Fairview, X-Keyscore) capaci di registrare e processare
una mole immensa di metadati.
- Scoppia lo scandalo cd. "Datagate". Gli
Stati Uniti sono accusati si spiare il mondo, compreso l'alleato storico
Unione Europea.
- Edward Snowden diventa la "talpa" più
ricercata del pianeta, gli Stati Uniti gli ritirano il passaporto.
- Snowden resta bloccato nell'aeroporto
Sherementevo di Mosca, chiedendo asilo politico, tra gli altri, a
Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua.
L'aereo del
Presidente Boliviano, Evo Morales, viene fatto atterrare nel territorio
austriaco per sospetto trasporto della "talpa" dopo un viaggio a
Mosca, sospetto che si rivelerà del tutto infondato. La Federazione Russa viene
indicata allo stato attuale come lo stato che potrebbe avvallare le richieste
di Snowden.
Pochi
semplicissimi elementi per uno scandalo di dimensioni mondiali. I piani paralleli
su cui si gioca questo intricato risico interplanetario sono due:
1.
Chi spiavano
maggiormente gli stati Uniti
2.
Chi intende concedere
asilo politico ad Edward Snowden
La risposta
ad entrambi i quesiti dovrebbe, in linea logica, coincidere: i paesi
storicamente antagonisti degli Usa, coloro i quali intendono combattere, anche
con la forza, l'egemonia della potenza a stelle e strisce. Ma così NON è
emerso, o perlomeno non del tutto.
Nel primo
caso, oltre agli imperituri nemici di Washington, Iraq, Arabia Saudita, Iran,
Pakistan, Federazione Russa, Repubblica Popolare Cinese, appaiono clamorose
sorprese. Prima di tutto gli stessi cittadini americani, ma anche l'amica Unione
Europea. In Europa infatti tra gli stati più spiati troviamo l'Italia, la
Germania e addirittura i cugini della Gran Bretagna. In Sud America, a
differenza di quanto si possa pensare, viste le recenti vicende politiche del
Venezuela di Chavez, dell'Ecuador di Correa, della Bolivia di Morales, il paese
più intercettato è il Brasile del riformista di sinistra Lula (ora Rousseff).
In minor parte anche storici alleati come Messico e Colombia. E' proprio questo
il dato che crea i più grossi pruriti alla Casa Bianca: gli States spiano, e
anche molto, i più fidati alleati. Elemento non da poco per paesi amici, dove
dovrebbe vigere nei rapporti bilaterali la massima fiducia. Un vulnus per Washington
da silenziare con le massime cautele.
Nel secondo
caso, invece, i paesi che si fanno avanti per avvallare le richieste di asilo
politico della "talpa" sono i nuovi antagonisti degli USA: Venezuela,
Ecuador, Bolivia, Nicaragua, Federazione Russa. Nessuna sorpresa ma, per chi
non fosse stato attento negli ultimi venti anni, l'equilibrio geopolitico
globale non è più evidentemente bipolare: da una parte il blocco est,
Russia-Cina non più legato ideologicamente ma rinsaldato dal punto di vista
economico, nel mezzo l'Iran degli Ayatollah, e, nello storico "giardino di
casa" del Sud Smerica, l'asse boliviano di Venezuela e Cuba con le
varianti di Ecuador e Bolivia. Con il gigante Brasiliano che strizza l'occhio a
sinistra senza disdegnare gli USA.
Il caso Datagate
assume quindi l'aspetto di un immenso breviario sugli equilibri geopolitici nel
XXI secolo.
F.S.
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