18 giugno 2013

OGNUNO SI SENTA OFFESO



E’bastata una mattinata per far rimbalzare nelle pagine di tutti i giornali le dichiarazioni choc di Dolores Valandro, consigliere leghista di quartiere a Padova, riguardanti il ministro per l’integrazione Cècile Kyenge.
«Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato? Vergogna» è la frase incriminata scritta a lettere maiuscole su Facebook per introdurre un articolo riguardante “i crimini degli immigrati”. Inutile descrivere l’indignazione subito sorta nel mondo della rete e nei palazzi delle istituzioni che ha portato all’espulsione dal partito della consigliera padovana; ciò che vale la pena di sottolineare in tutta questa vicenda è piuttosto la replica della diretta interessata: «Non rispondo perché ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso». Con questa replica il ministro Kyenge ha avuto il merito di riuscire finalmente, e forse per la prima volta, a non mettersi nello stesso piano di certi soggetti che da anni ormai tempestano la politica italiana boriosi e in cerca di gloria con frasi ad effetto come, ma forse mai peggio, di questa. Successivamente alla replica, sulla vicenda è intervenuto anche il premier Enrico Letta: «Cècile Kyenge ha ragione, ognuno di noi dovrebbe sentirsi offeso, e anch'io mi sento offeso. Si tratta di parole che non meritano altro commento che il profondo sdegno. Merita invece Cècile tutta la solidarietà mia personale, del governo e del Paese».
Abbiamo letto tutti i giornali scrivere che la vicenda si è conclusa con l’espulsione della consigliera dal partito a seguito della presa di posizione del sindaco di Verona Flavio Tosi e con la rettifica della Valandro che a radio Capital chiude il suo intervento ammettendo l’errore e esprimendo rammarico per delle frasi “scritte in un momento di esasperazione”. Sentendoci tutti offesi ognuno è libero se accettare le scuse o meno ma se c’è qualcosa di certo in tutta questa vicenda è che questo momento di esasperazione vestito di verde sta veramente durando troppo a lungo.
E.D.

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