24 giugno 2013

La Consulta boccia il legittimo impedimento: per Silvio Berlusconi i processi riprendono



Mercoledì scorso la Corte Costituzionale ha valutato la richiesta di legittimo impedimento presentato da Silvio Berlusconi per il Processo Mediaset, nel 2010. La consulta, dopo ore di camera di consiglio, ha deciso di bocciare il ricorso.
Guai per l’ex Presidente del Consiglio, costretto ora ad aspettare la sentenza finale, che avverrà nei prossimi mesi. Già in Primo Grado e in Corte d’Appello, il Presidente del Popolo delle Libertà era stato condannato a quattro anni di reclusione ed a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Quest’ultima pena, soprattutto, negherebbe a Berlusconi la possibilità di candidarsi alle elezioni, e nemmeno di far parte del Governo né di nessun altra carica pubblica.
Dopo la sentenza, Berlusconi ha affermato che la decisione è stata programmata con l’intenzione di eliminarlo dalla vita politica italiana, ma nonostante questo continuerà a sostenere il Governo Letta, calmando gli animi all’interno del suo partito, all’interno del quale Gasparri sosteneva che, nel caso la sentenza venga confermata dalla Cassazione, tutti i deputati si sarebbe dimessi.
La Consulta ha comunque spiegato il perchè di tale decisione: nella data prevista per il processo, l’allora Presidente Berlusconi aveva convocato una riunione con i Ministri del suo Governo, data che prima era stata valutata libera.
Maria Stella Gelmini ha parlato per Berlusconi, affermando che tutti i deputati non si dimetteranno e che “non si abbandona il campo di battaglia”, in seguito alle dichiarazioni di alcuni esponenti che criticavano la scelta della Corte.
Ma non è finita qui per Silvio Berlusconi.
Lunedì ci sarà la sentenza in prima grado per il processo Ruby, mentre qualche giorno dopo verrà resa pubblica la decisione riguardante il ricorso per sospendere il risarcimento a Carlo De Benedetti per il Lodo Mondadori, di 561 milioni di euro.
Infine, il nove Luglio ci sarà una seduta per discutere sull’ineleggibilità dell’ex premier, sostenuta dal Movimento Cinque Stelle e forse anche da deputati del Partito Democratico.
A.B.

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