Giacomo, dopo quanto successo a livello nazionale negli ultimi mesi, ci si poteva aspettare un risultato del genere in queste elezioni amministrative nel Nordest?
Sicuramente non in queste proporzioni, oggettivamente dopo i risvolti recenti che abbiamo avuto a livello nazionale c’era un certo timore nel guardare a queste elezioni. Tuttavia si è dimostrato che gli elettori ormai scelgono sempre di più di premiare figure credibili a livello locale. L'esempio più eclatante è stato quello di Treviso, dove nella sfida Manildo – Gentilini i trevigiani hanno votato senza tenere conto dello sfondo nazionale. Hanno visto una proposta concreta e l’hanno premiata.
Qual è stato il vostro cavallo vincente durante la campagna elettorale?
Sicuramente partivamo già da una buona base costruita sui 5 anni di buona amministrazione della giunta di Achille Variati. Oltre a ciò a fare la differenza è stato il creare una lista molto forte e di gran lunga superiore alle altre in quanto formata da persone con una forte credibilità e un grande consenso sul territorio.
Tra i tuoi incarichi c’è anche quello di vice-segretario nazionale dei Giovani Democratici, che peso ha avuto il movimento dei GD nella vostra corsa a queste amministrative?
Il lavoro dei GD ha avuto un grande peso: è stato importante e soprattutto premiato anche grazie al nuovo sistema della doppia preferenza che ha permesso a me e a Bianca Ambrosini, l'altra candidata dei Gd, di diventare entrambi consiglieri.
Cosa accomuna il vostro risultato con quello di Treviso? Sono state gettate le basi per un Veneto “deleghizzato”?
Per fare un’analisi di questo tipo è necessario partire dai dati che ci dicono che 9 delle 12 principali città del Veneto sono governate dal centro-sinistra. Questo può portarci a una sola conclusione, ossia che ci sono tutte le condizioni per giocare da protagonisti le prossime regionali visto che gran parte del territorio sta apprezzando il lavoro del centrosinistra nell’amministrazione di comuni e capoluoghi. La cosa importante da fare sarà tradurre il “consenso amministrativo” in “consenso politico”.
Solitamente i primi provvedimenti di una nuova giunta servono per dare dei segnali alla cittadinanza nel momento in cui notoriamente la maggioranza è più solida, quali saranno le prime misure da prendere?
Le primissime cose da fare si muoveranno su 3 linee principali. In primo luogo ci muoveremo in materia di assetto burocratico del comune con una particolare attenzione agli uffici comunali visto che nei momenti di crisi come questo il comune può, e deve, dare soluzioni su questo fronte attraverso una sburocratizzazione degli atti amministrativi. Abbiamo già ideato un modello di sportello unico a cui rivolgersi che poi permetta di accompagnare il cittadino nel procedimento. In secondo luogo sarà necessario intervenire sul fronte cultura e turismo ponendolo come tema fondamentale della vita cittadina anche attraverso la formazione di una grande fondazione che si occupi del patrimonio che abbiamo a Vicenza. Infine ci siamo impegnati da subito a non toccare neanche un euro sul bilancio nel fronte del sociale, anzi sarà importante rifinanziare forme di tutela per le fasce più deboli e anche queste saranno misure da prendere subito.
L’anno prossimo a Monselice voteremo per le amministrative, cosa ti senti di dire ai militanti del PD in vista di questo importante appuntamento per la provincia di Padova?
Come avevo detto precedentemente, la prima sensazione in seguito a queste elezioni è che i cittadini sempre di più sanno ormai riconoscere la bontà di un candidato anche sentendosi liberi di votare diversamente dal proprio radicamento politico nazionale. L’importante è avere un buon progetto portato avanti da un candidato altrettanto valido e questo è ancora più vero in contesti non grandissimi come quello di Monselice. Concludo facendo un sincero augurio a tutti coloro che si impegneranno di qui a un anno nel cammino che culminerà nel voto dell’anno prossimo, in bocca al lupo!
A cura di E.D.
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