
Affermazioni dure, soprattutto se provengono da un
Presidente.
Parole dure, ma non per questo inverosimili.
Inverosimile per due motivi: le truppe italiane si
posizionarono con delle basi navali nelle coste della Libia, non lontano dal
luogo degli scontri, mentre gli uomini della NATO, Francia e Stati Uniti
inviarono delle truppe a terra. Partito dall’ex Presidente francese, anche gli
altri Paesi ben presto si convinsero dell’urgenza di organizzare una missione
di pace, per bloccare il controllo dittatoriale che da troppo tempo sopprimeva
la popolazione libica.
In secondo luogo, Silvio Berlusconi non potrà dimenticare,
come tutti gli italiani, i buoni rapporti che scorrevano tra il nostro Paese e
il Colonnello Gheddafi, senza tralasciare i numerosi trattai commerciali stipulati.
Ma i servizi segreti, secondo certe fonti, quando ne hanno
la possibilità, non eseguono l’ordine direttamente, ma tendono a spingere
individui già sul campo a compiere il lavoro sporco per loro. E i ribelli
libici che lottavano contro il regime erano perfetti per questo scopo.

Anche questo non sembra una notizia tanto sbalorditiva, in
quanto l’ex Presidente francese Nicolas Sarkozy era preoccupato che dei
rapporti di un tempo venissero a galla: pare che il Colonello non fosse amico
solo di Berlusconi, ma anche di Sarkozy, il quale ricevette dei soldi per la
sua campagna elettorale per la corsa all’Eliseo.
Questa storia ovviamente non è stata confermata o criticata
dai diretti interessati. Quel che è sicuro è che la Libia oggi è un luogo
migliore, dove il regime dittatoriale di Gheddafi è solo un lontano ricordo.
A.B.
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