14 febbraio 2013

Naccarato: Padova a richio mafia.

È uno dei pochi mercati che con la crisi non si contrae ma si espande. E il fenomeno preoccupa sempre di più. Anche la relazione del Ministero dell’Interno sui risultati conseguiti dalla Dia nel primo semestre del 2012 conferma gli allarmi sulla criminalità organizzata in Veneto. Ed in particolar modo la relazione tra crisi e grado di penetrazione delle mafie. «La negativa congiuntura economica», si legge nel documento, «e la connessa contrazione del credito nei confronti di diverse categorie imprenditoriali producono un effetto moltiplicatore dei fattori di rischio, in quanto consentono a gruppi criminali l’opportunità di concedere sostegni finanziari a tassi usurai, ovvero di rilevare le attività imprenditoriali in difficoltà». Non solo. Tra gli obiettivi delle mafie «l’infiltrazione negli appalti e nelle commesse pubbliche, alterando così i meccanismi di aggiudicazione delle gare ed abbassando la qualità del prodotto».

«La vera novità è la cosiddetta “area grigia”» spiega il deputato Alessandro Naccarato, candidato per il Partito Democratico alla Camera, «cioè quelle aree di professionisti ed imprenditori che collaborano». La Dia riporta puntualmente i reati marcatori della presenza della criminalità organizzata. Come corruzione e concussione (rispettivamente 15 e 10 denunciati in Veneto nel primo semestre del 2012, dato in calo). Ed ancora i principali reati avvenuti in regione. Estorsione (124 casi), usura (5 casi di reato), riciclaggio (561 segnalazioni pervenute alla Dia di cui 1 trattenuta). Per quanto riguarda Padova, i dati sulle segnalazioni sospette mostrano un incremento per quelli pervenuti da intermediari finanziari: 431 in provincia nel primo semestre del 2012 a fronte di 281 nel 2009, 327 nel 2010 e 535 nel 2011. Rimane basso il numero di quelle pervenute da intermediari non finanziari, appena 3 nel periodo di tempo in esame. Ma la città del Santo appare anche in altre sezioni della relazione Dia. «La relazione mette in particolare evidenza l’operazione “breakfast”» continua Naccarato, «condotta dalle procure di Milano e Reggio Calabria, che ha coinvolto il tesoriere nazionale della Lega Nord Francesco Belsito, indagato insieme ad altre quattro persone residenti Veneto tra le quali Stefano Bonet, titolare di alcune società finanziarie tra cui la Polare Scarl di Padova». Che le infiltrazioni siano favorite dalla congiuntura economica negativa lo dice anche il procuratore della Repubblica di Padova Mario Milanese che durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario ha toccato proprio questo tema.

Nessun commento:

Posta un commento

Facci sapere cosa ne pensi...

Cerca nel blog