13 dicembre 2012

Italcementi: il sindaco Lunghi non scarichi responsabilità prima di tutto sue.

Personalmente, pur essendo tra coloro che si sono schierati sempre contro il revamping di Italcementi, ritengo che non si possa esultare per la scelta comunicata ieri da Italcementi.
Non possiamo esultare perché la prima vera sconfitta di questa vicenda è la politica che non è stata in grado di costruire una soluzione condivisa che potesse tutelare nel miglior modo possibile tre priorità come ambiente, salute e lavoro. E fra i responsabili di questa situazione ne voglio segnalare uno in particolare: il Sindaco Lunghi che oggi si scaglia contro il fronte degli oppositori al progetto (nonché contro una “certa magistratura” a cui fa sempre comodo scaricare colpe), pur essendo stato il primo a comportarsi da tifoso anziché da arbitro di una vicenda che avrebbe avuto bisogno di moderazione, dialogo e confronto, certamente non di qualcuno che alimentasse animosità contrapposte, organizzando uno strumentale conflitto sociale già da candidato prima che da sindaco.
Resto fermamente convinto dell’incompatibilità delle cementerie con il nostro territorio, impianti che, trincerandosi in sterili dichiarazioni di rispetto (ma non sempre!) di una normativa sulle emissioni fin troppo generosa (considerando la compresenza di tre impianti in meno di dieci chilometri), hanno sì dato lavoro per anni a molte famiglie del territorio, ma ne hanno anche pesantemente compromesso la salute senza preoccuparsene troppo.
Per queste ragioni si continua a lottare contro l’incompatibilità urbanistica di questi impianti di produzione, si pretende un’indagine epidemiologica seria per capire le ricadute della loro presenza sulla salute del nostro territorio, si lavora per ottenere una legge che parifichi i loro limiti di emissione a quelli imposti per gli stessi inquinanti agli inceneritori (dieci volte inferiori), si immagina uno sviluppo economico alternativo che faccia leva sulla green economy e sui settori che conoscono una crisi diversa da quella che sta colpendo il settore delle costruzioni e quindi del cemento.
Oggi, caro sindaco, è troppo comodo risolvere la questione dicendo: «tutta colpa degli ambientalisti e della magistratura». Ognuno si faccia un esame di coscienza, compreso il suo predecessore Fabio Conte che nel 1999, con la sua complice approvazione, ha ritirato un piano regolatore generale, allora concordato e discusso con le proprietà e le forze sociali dall’ultima amministrazione di centrosinistra, in cui si parlava di progressiva dismissione per questi impianti entro il 2019. Vent’anni di cui ce ne avete fatto perdere tredici in cui molto si sarebbe potuto fare per programmare un futuro diverso per il nostro territorio.

Noi ci impegniamo a farlo comunque. Per una Monselice migliore. Nessuna ambizione parlamentare, ma sì quella di poter incidere al contrario di come sta facendo lei per cambiare questa città.

1 commento:

  1. Mi sembra di sentire parlare Miazzi ma lui è molto più bravo di te, almeno non copia le idee degli altri e fa tendenza.
    Spero che se va al governo Bersani non rispecchi il tuo modo di pensare perchè è fatto di un vuoto assoluto con qualche buona intenzione.
    Il vostro affezionatissimo dipendente, spero ancora per un po', della cementeria

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