6 settembre 2010
L'aula è piccola. Niente chimica.
Il laboratorio di chimica c’è. Ma non si potrà usare: al massimo ci possono stare dentro in 25 e l’Ufficio scolastico provinciale ha detto no allo sdoppiamento delle classi. L’anno scolastico inizia in salita per parecchi studenti dell’indirizzo chimico della sezione professionale dell’istituto «Cattaneo». In terza sono iscritti 29 alunni, alla quinta invece 27. Numeri superiori al limite fissato dai verbali dei vigili del fuoco e dell’Usl per l’utilizzo dei laboratori di chimica e biologia, indispensabili per quel tipo di corso. «Fino ad ora, per il laboratorio di via Garibaldi, avevamo sempre ottenuto lo sdoppiamento delle classi» spiega il dirigente scolastico Francesco Salmazo. In pratica, i ragazzi si dividevano in due turni per l’uso del laboratorio. «Quest’anno invece l’Ufficio scolastico provinciale, verbalmente, ci ha detto di no. Come posso io mandare gli alunni nel laboratorio, se c’è una norma penale che lo vieta? - si chiede il preside - Ci vanno solo quando qualcuno è ammalato? O alcuni a turno restano in classe? Oppure chi si assume la responsabilità di farli andare?» Il problema è di organico: servirebbero in pratica 3 insegnanti in più. L’istituto l’ha già fatto presente parecchie volte all’Ufficio scolastico provinciale, ma sinora nulla si è sbloccato. Altra questione aperta, la doppia lingua allo scientifico. «Come previsto dalla riforma Gelmini, sulla base della richiesta dei genitori, si possono sostituire delle ore di una materia con un’altra. E noi abbiamo chiesto di poter continuare con la seconda lingua, tedesco e spagnolo - riferisce Salmazo - Sarebbe a costo zero, perché spariscono un’ora di disegno e due di fisica, che si dedicano invece alla seconda lingua. Alla presenza di tutti i presidi veneti, ho chiesto al dirigente dell’Ufficio regionale Carmela Palumbo se il meccanismo era corretto, e ha risposto di sì. Eppure, senza nessuna motivazione né risposta scritta, l’Ufficio provinciale sinora ce l’ha negato. Una scorrettezza grave nei confronti delle famiglie degli oltre 50 ragazzi che si sono iscritti».
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