Un edificio, di tre piani, da destinare al Comune. Era la contropartita, a carico del privato, per lo sblocco dell’annosa questione di Monselice Uno. Per garantire che fosse realizzato, c’era una condizione: il Comune avrebbe rilasciato l’agibilità per i blocchi A, B, e C del complesso Monselice Uno solo una volta costruita questa palazzina. A un anno di distanza dall’accordo, cambiano le carte in tavola: l’agibilità sarà concessa al blocco A, anche se della palazzina ancora non si vede traccia. Il tutto perché nel blocco A si devono trasferire gli uffici del Centro Veneto Servizi, l’acquedotto che ha comperato una delle torri di Monselice Uno. Ma per l’opposizione è uno scandalo.
«L’accordo iniziale prevedeva che l’edificio di interesse pubblico fosse realizzato prima di dare l’agibilità ai tre blocchi A, B e C, e in ogni caso entro tre anni» spiega il sindaco, Francesco Lunghi. «Dato che in questi giorni Monselice Uno sta concludendo un accordo con il Cvs, la modifica è per dare l’agibilità subito al blocco A, non appena il Cvs avrà finito i suoi lavori. Si prevede che già entro la fine dell’anno o l’inizio del prossimo potrà avvenire il trasferimento». Per l’Udc e il centrosinistra, si tratterebbe però di un clamoroso “regalo” al privato, dato che non ci sono garanzie sul fatto che, in tempi di crisi, i blocchi B e C del complesso vengano venduti e sistemati tanto presto. «Prima c’è stato il tentativo di vendere gli spazi all’Usl, poi, dopo il fallimento di quella strada, si va a parare su un altro ente pubblico, il Cvs, che compra una torre con i soldi delle nostre bollette» attacca Francesco Miazzi «Nella convenzione, un anno fa, si era previsto di dare l’agibilità solo quando il Comune avesse ricevuto la palazzina chiavi in mano. Ora si dice che non vale più per il lotto A: ma così si espone il Comune a un danno molto serio». Momenti di imbarazzo, in Consiglio, anche al momento della votazione. Miazzi fa notare che, tra i consiglieri, siedono un dipendente del Cvs (Tiziano Lazzarin, Pdl) e un ex presidente dell'ente (Loris Rossato, sempre Pdl). Dunque in conflitto di interessi. Il segretario comunale, Ornella Cavallin, risponde che per gli incarichi passati non c'è problema. E Lazzarin vota ugualmente.
dal Mattino di Padova
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