15 aprile 2012

Sala consiliare negata, lettera al Prefetto.

Torna a infiammarsi il dibattito sull’accorpamento degli istituti comprensivi “Zanellato” e “Guinizelli”, voluto dall’amministrazione comunale. Stavolta sono i consiglieri di minoranza a denunciare quello che considerano uno strappo istituzionale: l’amministrazione ha negato l’uso della sala consiliare per un confronto sul tema dell’accorpamento. Un atto che il centrosinistra considera grave, tanto che i consiglieri Francesco Miazzi, Rino Biscaro, Gabriella Zanin e Pietro Antonio Aldrigo hanno ritenuto doveroso segnalarlo al Prefetto.
Dopo la relazione presentata da alcuni genitori ai sindaci e agli amministratori di Monselice, Pernumia e Arquà, che segnalava, tra l’altro, il taglio di 12 bidelli collegato all’accorpamento, i consiglieri del centrosinistra, il 2 aprile, hanno presentato al sindaco Francesco Lunghi la richiesta della sala consiliare per attuare un confronto pubblico sul tema. «Il giorno successivo» scrivono nella lettera al Prefetto «ci è stato notificato lo spostamento del confronto nella Sala della Buona Morte, con il pretesto che si trattavo di “dibattito aperto al pubblico”. Avevamo precisato che la richiesta dello “spazio istituzionale” era motivata dal fatto che i genitori ci avevano coinvolto in qualità di consiglieri comunali, e in quella veste volevamo aprire il confronto. Se avessimo voluto fare un’assemblea indetta da gruppi o forze politiche, avremmo chiesto uno spazio con modalità diverse». Tra l’altro, in sala consiliare si svolgono numerose iniziative aperte al pubblico. «Ci troviamo di fronte all’ennesimo atto di prepotenza da parte del sindaco» accusa la minoranza «che evidentemente pensa di poter decidere impunemente chi possa usufruire di questo spazio istituzionale e quali debbano essere gli argomenti da trattare. Ci sentiamo lesi nei nostri diritti di consiglieri comunali e non intendiamo accettare passivamente questo sopruso, poiché vediamo spesso consiglieri comunali di maggioranza entrare e uscire a qualsiasi ora dal municipio chiavi alla mano, riunioni di gruppi politici e pre-consigli di maggioranza svolgersi senza richiesta e senza autorizzazione alcuna. Rispetto istituzionale significa che l’uso degli spazi dovrebbe avere finalità chiare e regolamentate, ma soprattutto uguali per tutti i gruppi consiliari».

dal Mattino di Padova

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