21 marzo 2012

Stop ai campi trasformati in centrali

Bassa Padovana e Colli Euganei proibiti per il fotovoltaico. La Regione è infatti a un passo dall’ufficializzare lo stop alla realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra in gran parte del nostro territorio. Il motivo? L’invadenza di questi impianti sta sacrificando troppi terreni agricoli e sta stravolgendo il paesaggio.
Il provvedimento. E’ stato approvato qualche giorno fa dalla giunta regionale del Veneto. Nel documento vengono individuate tutte le aree che non sono idonee all’installazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra di potenza superiore a 6 kW. Luoghi, dunque, in cui non si potranno posizionare più pannelli fotovoltaici su superfici agricole. Ora il provvedimento deve passare la valutazione della Comissione consiliare competente per avere validità. Le zone proibite sono: i siti inseriti nella lista Unesco; le zone umide della Convenzione di Ramsar; la Rete Natura 2000; le aree naturali protette; le aree agricole che ospitano produzioni agroalimentari di qualità come Dop, Doc e Igp.

La Bassa Padovana. Spulciando i lunghi elenchi di luoghi “blindati” al fotovoltaico, la Bassa Padovana si conferma una delle porzioni di Veneto maggiormente interdette. Tra i siti Unesco spicca per esempio Villa Pisani a Montagnana, monumentale opera d’architettura palladiana. Nutrita, invece, la lista di siti protetti dal marchio Rete Natura 2000 (che a Padova protegge 22.525 ettari, l’11% del territorio): i Comuni che gravitano sull’Adige, nei dintorni di Badia Polesine; tutti i Colli Euganei e in particolare il monte Lozzo e il Montericco; il Bacino Val Grande e il Bosco dei Lavacci a Sant’Urbano, ma anche l’area delle Vallette tra Ospedaletto Euganeo ed Este (dove è già prevista una distesa di pannelli della superficie di 50 campi da calcio).
Eccellenze agricole. L’elenco s’irrobustisce se si aggiungono tutte le zone in cui si coltivano prodotti agricoli di qualità. Non si potranno più impiantare pannelli nei terreni su cui cresce il radicchio di Castelfranco, e cioè a Battaglia Terme, Cartura, Casalserugo, Conselve, Due Carrare, Maserà di Padova, Monselice, Montagnana, Montegrotto Terme, Pernumia, San Pietro Viminario. Ma anche dove cresce l’insalata di Lusia, a Barbona, Vescovana e Sant'Urbano. E poi nel cuore di vitigni come il Merlara Doc (da Casale di Scodosia ad Urbana, passando per Castelbaldo, Masi, Merlara e Montagnana), il Bagnoli Doc o tutta la filiera vitivinicola dei Colli Euganei.
Le autorizzazioni. I nuovi limiti non avranno effetto “retroattivo”. Il provvedimento prevede infatti di «non applicare le presenti disposizioni alle istanze di autorizzazione di impianti solari fotovoltaici per le quali sia stata presentata richiesta per il conseguimento del titolo entro la data di approvazione del presente provvedimento».

Il Mattino di Padova

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