19 giugno 2010

Il prefetto non sblocca il caso Monselice Uno

Esposto su Monselice Uno, il prefetto risponde ai consiglieri. A fine maggio la lettera inviata dai consiglieri Francesco Miazzi, Rino Biscaro e Francesco Bussi, che denunciava il rischio di fallimento per Monselice Uno e di gravi conseguenze per il Comune. Forte la richiesta: inviare un commissario per portare il punto in discussione nel consiglio comunale. Questo per via della «famosa» delibera sui parchi commerciali che giace nel limbo (adottata e mai approvata oppure revocata) da ormai due anni e mezzo. La risposta della prefettura si richiama alla lettera della normativa. In particolare, la procedura per cui è necessario che «un quinto dei consiglieri comunali richieda al presidente del consiglio la convocazione del consiglio stesso, nel termine di venti giorni» sul punto in questione. Solo in caso di inadempienza subentrerebbe la competenza prefettizia. «Si rimane, pertanto, in attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda» conclude la lettera. «La risposta del vice prefetto ci soddisfa solo parzialmente - commenta la minoranza -. Se da un lato dimostra di aver compreso la “complessità e la delicatezza” della vicenda di Monselice Uno, dall’altro, a nostro avviso, non presta adeguata attenzione alle innumerevoli convocazioni di consiglio comunale chiamato ad esprimersi sull’approvazione della variante, ma vanificate dalla mancanza del numero legale». L’opposizione ricorda poi i due consigli comunali in cui la proposta di annullamento della famosa delibera fu ritirata, per tensioni nella maggioranza. Fino alla bocciatura che di fatto lasciò la situazione inalterata. «Non si tratta solo di applicare l’art. 39 del D.lgt. 267/2000, peraltro a noi noto - sottolineano i consiglieri - ma di addivenire alla decisione definitiva sulle sorti della delibera di adozione. E questo può essere concretizzato solo con la garanzia di assunzione di responsabilità del sindaco. Attenderemo di conoscere l’Odg del prossimo consiglio comunale, per verificare l’inserimento di questo punto alla discussione». - (Francesca Segato)

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