IL CAMBIAMENTO SIAMO NOI
“Vincere la morte mediante il fare.”
Eugenio Colorni
Il quadro politico che oggi ci troviamo ad
affrontare non è dei più felici. Veniamo da un periodo duro, molto difficile.
Un periodo di mobilitazione generale che speravamo ci consegnasse, con le
elezioni dello scorso 24-25 Febbraio, un nuovo governo di centro sinistra. Speravamo
in un esecutivo forte e preparato, in grado di attuare subito politiche utili a
rialzare il nostro paese. Purtroppo le cose non sono andate
come speravamo ed oggi ci ritroviamo a governare, per senso di responsabilità,
con lo stesso nemico a cui avevamo dichiarato guerra. Lasciatemi dire amici che
non è facile, non è facile accettare tutto ciò.
Di fronte a
questa situazione alcuni hanno pensato che fosse ora di prendere le distanze.
Probabilmente per avvicinarsi ad altri gruppi politici o più semplicemente per
rimanere, ma come militanti, non rappresentanti di un partito che non gli
rappresentava più. A queste persone, va comunque la nostra gratitudine per ciò
che hanno con noi costruito e il nostro “in bocca al lupo” per ciò che in
futuro gli aspetta, sperando di rincontrarli presto. Persone che non vanno
demonizzate: sono amici e compagni che non hanno sopportato il peso di scelte
così difficili e controverse da dover prenderne le distanza. Permettetemi di
dire però che a volte il clamore per pochi che escono rischia di sovrastare i
tanti che invece restano e, a testa bassa, continuano a lavorare. Perché siamo
ancora in tanti a credere in un grande partito pluralista dove ciascuno possa
liberamente esprimersi e dove si possa finalmente far crescere una nuova generazione,
propria solo del Partito Democratico.
Ed è proprio
di questa nuova generazione che io faccio parte. La mia prima tessera risale al
2008, prima non ce ne sono state altre. Sono nato nel PD. I partiti che in esso
si sono assorbiti rimangono fonte inesorabile di esperienze e valori che
ritroviamo quotidianamente nella nostra azione politica, ma la storia è andata
avanti e ci ha fornito un nuovo grande spazio in cui discutere, è ora che a
questo spazio diamo dei rappresentanti al passo con i tempi, non possiamo più
permetterci di creare barriere e divisioni proprio in casa nostra: una casa che
è uguale per tutti, come uguale è la nostra tessera. Questo è il partito di cui
sono onorato di essere un coordinatore locale e per questa entità, coesa,
voglio lavorare quotidianamente.
Il nuovo
direttivo si deve porre al centro della
sua modalità d’iniziativa politica due binari.
-Il primo è
la riformulazione dell’immagine e
degli strumenti di comunicazione.
E’
fondamentale che recuperiamo tutti l’entusiasmo perso. Non è una sfida facile,
me ne rendo conto, ma possiamo ancora ricostruire. I nostri dirigenti
nazionali, non potendosi sottrarre ai loro ruoli istituzionali, hanno a volte
dato pretesto per sollevare dubbi e polemiche, giustificabili in alcuni casi, meno
in altri. Ma qui non ci sono auto blue blindate, non ci sono stipendi da
centinaia di migliaia di euro all’anno e non c’è nemmeno un gran fondo da cui
attingere. Nulla di tutto ciò. Nei territori troviamo gratuità, passione,
spirito di servizio. Queste sono le parole chiave per fare politica in mezzo
alla gente e noi le conosciamo bene. Allora io dico: insegniamo ai nostri
elettori a considerarci per quello che siamo veramente, persone normali,
persone oneste.
Altra attenzione
da tenere è quella di organismo politico che, seppur territoriale, non può
sottrarsi dall’usare i nuovi mezzi di comunicazione digitale. Già tanto è stato
fatto nel merito, ma credo si possa migliorare ulteriormente la nostra
comunicazione. Ad esempio incentivando l’utilizzo del formato video, ma anche
ristrutturando il nostro sito o tornando ad utilizzare in modo attivo le pagine
presenti nei social network (facebook e tweeter).
Non
dimentichiamoci comunque del formato cartaceo. Nel’ultimo anno abbiamo infatti
realizzato per due volte un notiziario di poche pagine sull’attività del
centrosinistra in consiglio comunale. E’ mia intenzione continuare su questa
linea, cercando di dare un periodicità alle uscite di questo piccolo giornale
informativo. In conclusione coltivo l’ambizione di poter realizzare, nel
periodo delle amministrative, una nostra innovativa piattaforma digitale che ci
permetta anche attraverso la rete di raccogliere le opinioni e le idee dei
cittadini, in maniera semplice e ma al passo con i tempi.
-il secondo,
ma non meno importante, binario è quello del riavvicinamento alla cittadinanza.
In parte ci
aiuterà la riformulazione dei mezzi detta al punto precedente, ma sappiamo bene
tutti che la comunicazione attraverso il digitale non basta. E’ fondamentale
ritorniamo alla nostre origini, quando la politica era stare insieme alla
gente, a volte per discutere, ma spesso anche solo per fare aggregazione e
condividere. Penso a tutte le frazioni che da troppo tempo, come direttivo, non
incontriamo. Penso alle iniziative di carattere informativo, ma anche
culturale, che si potrebbero organizzare assieme. Penso al mondo
dell’associazionismo, alle Acli, alle attività commerciali, ai tanti
imprenditori e a tutte quelle persone che, con l’avvicinarsi delle
amministrative in particolare, vorranno dialogare e confrontarsi, come è giusto
che sia. E’ nostro dovere saperli ascoltare e cogliere le loro istanze. E’
nostro dovere mettere in mostra con orgoglio che il PD conta e vuole contare ma
insieme alla gente. Non come organismo precostituito che decide e fa per conto
suo al disopra dei cittadini.
Quanto fin’ora
detto sarà nostro compito attuarlo e portarlo avanti già da domani, trattandosi
di intenzioni importanti e generali. Non posso però non spendere qualche riga
in merito al più vicino dei nostri appuntamenti come circolo monselicense: le amministrative.
Per troppi
anni è stata fatta un’opposizione seria e matura, adesso dobbiamo riprenderci
la nostra città senza “se” e senza “ma”. Il punto di partenza anche qui siamo
noi. Sarebbe bello ritornare ad essere la vera forza trainante, quella a cui
tutti vogliono avvicinarsi per idee ma anche perché vi riconoscono l’energia
giusta per cambiare. Non è un obbiettivo irraggiungibile, ma c’è tanto lavoro
da fare. Il percorso con cui ci avvicineremo a questa scadenza deve essere
tracciato dal nuovo direttivo, non posso da solo sceglierlo. Quello che posso
fare però è garantire, fin da qui, che l’iter non sarà incentrato sulla ricerca
di un candidato e basta. Anzi, partiremo proprio dall’altra parte, cioè da un
programma serio e condiviso che ci permetta di essere portatori sereni di
istanze veramente comuni. Poi cercheremo insieme, ascoltando gli iscritti e
confrontandoci con i nostri cittadini, un candidato che possa bene
rappresentare il programma e possa essere qualificato al ruolo. Non prima il
candidato e poi il programma, ma prima il programma e poi il candidato. Perché
non sono gli elettori a doversi adattare alle nostre decisioni, non dobbiamo
fargli aggradare qualcuno o cercare di rendere “votabile” un candidato che tra
quattro mura abbia classificato come idoneo. Non è così che andrà. Noi dobbiamo
saper ben interpretare quanto la gente
ci suggerisce. E dare una figura ad un programma, non un programma ad
una figura. Che sarebbe invece un grande errore. In tal senso non ci
sottrarremo dall’uso delle primarie, qual’ora ve ne fosse necessità, come
strumento per dare voce ai nostri cittadini e lasciare ad essi la scelta. Come
è giusto che sia.
Sarà nostro
compito riuscire anche a rendere più efficace la campagna elettorale
semplificando i concetti e riducendoli a 4 o 5 macropunti ben identificati. E’
giusto sia restituito un “messaggio politico” più snello, meno articolato, affinché
tutti possano intenderlo in modo chiaro: dal giovane neomaggiorenne che voterà
per la prima volta, al pensionato che di politica ne ha sentita e conosciuta tanta
e sarà stanco di veder recitare pagine e pagine di un testo cavilloso e
astruso.
Se noi lo
vogliamo il cambiamento è già partito, ora. E siamo noi.
Con umiltà e
spirito di servizio mi dispongo a dare il sostegno che merita a questo
progetto, se mi starete vicini, se ci staremo vicini, insieme ce la faremo.
Vittorio Ivis
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