27 gennaio 2013

Non abbiamo bisogno di colpevoli ma di soluzioni da cercare insieme.

Vorrei rispondere all'intervento pubblicato oggi sulle pagine del Mattino di Padova nel quale Alessandro Naccarato ripercorre le tappe del revamping Italcementi sostenendo che una parte politica ben precisa ha favorito un epilogo paradossale della vicenda.

Nelle parole dell'onorevole Naccarato riecheggiano quelle del Sindaco di Monselice Lunghi e del suo vice Mamprin che propongono una class action nei confronti di coloro che, a loro avviso, sono colpevolmente responsabili della situazione in cui oggi versa Italcementi, o quelle dei sindacati con cui si annunciano sit-in sotto la sede del Municipio di Este.

Tutto questo non ha nulla di responsabile e non fa altro che alimentare la tensione che si respira da mesi in città su questo tema, soprattutto a causa della crisi economica che investe il settore delle costruzioni. Come dato di cronaca va ricordato che il gruppo Italcementi ha annunciato lo scorso dicembre la cassa integrazione di 24 mesi per 669 dipendenti in Italia (di cui 70 a Monselice) a testimonianza del fatto che la crisi evidentemente è di settore, non di certo locale.


Il PD di Monselice ha condiviso le iniziative dei sindaci Piva e Corso, assieme ai quali ha favorito un confronto politico che ha fatto approvare a larga maggioranza dal livello provinciale del Partito Democratico una posizione di contrarietà rispetto al progetto a cui fa riferimento l'onorevole Naccarato.

Personalmente non ho mai pensato che le cementerie debbano dismettere immediatamente i loro impianti, ma ritengo colpevoli quanti continuano ad eludere la necessità di una progressiva dismissione di questi insediamenti produttivi incompatibili con le vocazioni economico-turistico-culturali dell'area dei Colli Euganei. Una programmazione che non può essere dilatata ai 30 anni proposti dalla convenzione proposta da Italcementi.

Per questo abbiamo sempre proposto e ora, raccogliendo favorevolmente l'appello alla concertazione territoriale proposto dalla multinazionale, lo rilanciamo a chi governa questa città e ai nostri rappresentanti istituzionali affinché facilitino questa programmazione attraverso un accordo di programma per il rilancio economico del territorio coinvolgendo Provincia, Regione, Ente Parco, associazioni imprenditoriali, di categoria e rappresentanti dei lavoratori.

Forse è troppo tardi? Beh, è quello che avrei fatto io da Sindaco di Monselice all’indomani della consegna della lettera con cui Italcementi annunciava la volontà di investire 160milioni di euro in questo territorio, anziché tenerla in un cassetto e farne personale tesoro salvo poi renderla pubblica a giochi fatti.





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