13 gennaio 2013

«La Regione non paga, rischiamo di chiudere»

L’umiliazione più grande è quella di non essere mai riuscito ad incontrare il presidente della giunta regionale del Veneto, Luca Zaia. Per uno seduto sulla poltrona di presidente di uno degli studi professionali più importanti d’Italia, che ha progettato infrastrutture in mezza Europa, dev’essere certamente vero. Ma anche il credito da 23 milioni e 672 mila euro vantato dalla sua Net Engineering di Monselice nei confronti della Regione Veneto per i lavori di progettazione del Sistema regionale metropolitano di superficie dev’essere frustante. Peccato che a pagarne le spese saranno, dopo i 59 lavoratori (quasi tutti ingegneri e tecnici) lasciati a casa l’anno scorso (sono in mobilità), saranno altri quaranta addetti del più importante studio di ingegneria del Veneto.

La società ha confermato di essere in procinto di aprire una procedura di cassa integrazione in deroga per 40 persone attribuendone la responsabilità alla struttura tecnica della Regione, protagonista di un «atteggiamento incomprensibile e apparentemente autolesionistico».
«Che altro dobbiamo fare?» allarga le braccia l’ingegner Giovanni Battista Furlan, che ripercorre le nove sentenze di tribunale e i due arbitrati che hanno finora dato ragione completamente alla società di Monselice. «Non capisco questo atteggiamento né questo silenzio. Fino a poco prima di Natale, i legali ci avevano assicurato che la struttura regionale era pronta ad emettere i decreti per la cessione del credito. Poi, più niente». Furlan accusa la struttura burocratica della Regione di mettere i bastoni fra le ruote e boicottare la soluzione di un contenzioso che va avanti da quasi cinque anni. «Le cose si sono complicate alla fine del 2008 – spiega il professionista – per ragioni a me oscure. Adesso, paradossalmente, con la giunta Zaia sembra che tutto si stia arenando ulteriormente».
Net Engineering ammette «il forte rammarico che alle criticità del mercato si aggiungano in maniera determinante le reiterate inadempienze contrattuali della Regione Veneto, che ancor oggi sottrae importanti risorse alla società per 23,6 milioni di euro con un atteggiamento dilatatorio che produce pesanti interessi di mora a carico della Regione stessa, puntualmente destinati a gravare sul suo bilancio».
Secondo Furlan ad essersi messo «di traverso» è il segretario generale della programmazione, Tiziano Baggio, che avrebbe manifestato le sue perplessità al pagamento delle somme alla società. «Il problema è che sul tavolo non c’è nemmeno una proposta diversa. I giudici ci hanno dato ragione, tocca alla Regione liquidare quelle spese. Ma se non lo fanno ci costringono a chiedere un terzo arbitrato e ad agire di conseguenza. Non mi sembra un atteggiamento nemmeno molto positivo per la Regione, che rischia di affrontare spese di interessi a causa di questi ritardi».
Per la società padovana, che non ha mai lesinato di contribuire alle campagne elettorali dei politici regionali (soprattutto di area Pdl) si tratta certamente di un contraccolpo finanziario non secondario. «Noi stiamo dandoci da fare, la settimana prossima tornerò in Sudamerica dove abbiamo alcuni contratti in corso, ma certo il mercato italiano è morto. Ed è un peccato perché il progetto del Sistema metropolitano di superficie è uno dei lavori cui siamo più affezionati e porterebbe il Veneto a un sistema di mobilità molto efficiente. Ma se la Regione non ci crede non possiamo farci niente»

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