29 novembre 2012

Sotto la pioggia ad aspettare il bus

Piove sul bagnato. E piove, soprattutto, sulle teste dei pendolari. Costretti ad attendere la corriera sotto il diluvio, perché una tettoia per ripararsi non c’è. Succede ai ragazzi delle scuole superiori monselicensi e succede anche ai lavoratori che hanno come destinazione Monselice. Succede perché la tettoia che c’è è troppo striminzita, come nella “provvisoria” stazione degli autobus di fronte all’ospedale.
Sono le 12.50 e gli studenti del liceo “Cattaneo” si accalcano sulla strada, davanti al cancello della scuola. Sotto gli ombrelli, perché non c’è uno straccio di riparo. La “fermata” si riduce a una striscia di marciapiede, tutto a buchi, e una siepe di cespugli rinsecchiti, che bisogna scavalcare per raggiungere l’ingresso della corriera. Dove poi i ragazzi stanno ammassati, schiacciati gli uni contro gli altri, perché non c’è posto.

Alle 13, in quella che pomposamente si definisce “autostazione Sita”, la musica non è molto diversa. Parecchie decine di pendolari, gli stessi studenti e qualche lavoratore, stanno stretti sotto la pensilina. I meno fortunati non ci stanno proprio e devono rimanere fuori, sotto ombrelli e cappucci. «Servirebbe una tettoia più grande…» è lo sconsolato ritornello. Alle spalle dei malcapitati in attesa, filo spinato: è la recinzione semidistrutta della vecchia area del consorzio agrario, abbandonata e in degrado, con la muretta scalcinata e i buchi nella rete. Persino l’asfalto di questa improvvisata stazione ha già i buchi, solchi scavati dal peso delle corriere in sosta: con la pioggia si trasformano naturalmente in pozzanghere. Quando arrivano i mezzi pubblici, gli spruzzi sono inevitabili, così come la doccia per chi attende a pochi centimetri.
Intorno alla stazione (chiamiamola così...) poi dilaga il parcheggio selvaggio, come in quella dei treni, per il semplice motivo che i posti macchina sono del tutto insufficienti ad accontentare tutti. Non esiste un parcheggio a servizio dell’autostazione, e così le auto si fermano ovunque, in doppia fila, persino a ridosso del percorso degli autobus.
È tutta un fiorire di ombrelli aperti anche la fermata di via Rovigana, dove alle 13.30 aspettano gli studenti usciti dall’istituto “Kennedy”, quello di geometri e ragionieri. Un centinaio di ragazzi, ma di una pensilina per ripararli nemmeno l’ombra. Né tanto meno di posti a sedere. «Basterebbero delle tettoie anche semplici, solo per stare al coperto» osservano gli studenti. Come per i pendolari della linea ferroviaria, poi, anche i loro racconti sono fatti di mezzi sovraffollati, pieni sino all’inverosimile.
«Specialmente la mattina alle 7, da quando è stata soppressa una corriera sulla linea Padova-Rovigo» spiegano alcuni ragazzi. «Anche la corriera da Agna spesso è stracarica e dobbiamo stare tutti schiacciati nell’angusto abitacolo». È così tutti i giorni, e quando piove a catinelle come ieri la situazione diventa davvero insopportabile. Gli studenti invocano un miglioramento, ma per ora non si intravedono spiragli per ottenerlo.

dal Mattino di Padova

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