7 marzo 2012

Retta a carico dei parenti? Il Tar: «Paghi il Comune».

Dopo quello di Vicenza, anche il regolamento del Comune di Verona, sulla partecipazione dei parenti alle spese di permanenza nelle residenze sanitarie assistenziali degli ospiti ultrasessantacinquenni e non autosufficienti, cade sotto la scure del Tar. Il Tribunale amministrativo del Veneto ha sentenziato infatti che il regolamento del Comune, che prevede che siano i parenti dell’ospite ad accollarsi il 50% della retta della residenza del familiare è «illegittimo e discriminatorio». E va dunque annullato.
La decisione rischia di avere effetti dirompenti sia sul sistema assistenziale del Veneto, sia sui bilanci dei Comuni. Ecco perché.
Oggi, nonostante la legge nazionale disciplini in modo puntuale la distribuzione fra istituzioni e cittadini dei costi di permanenza dei pazienti nelle strutture assistenziali — per quanto riguarda le prestazioni di degenza di soggetti con più di 65 anni e non autosufficienti, il legislatore dal 2000 prevede che il pagamento delle rette sia per il 50% a carico del servizio sanitario nazionale e per il restante 50% a carico dei Comuni —, nella pratica succede che ad accollarsi tali costi siano soprattutto i familiari dei parenti. Le amministrazioni comunali, infatti, attraverso lo strumento dei «regolamenti», «scaricano» la metà della spesa di loro competenza sui familiari, contando sulla capacità di reddito degli stessi. La legge, però, prevede espressamente che per la specifica situazione degli anziani non autosufficienti non si debba conteggiare anche il reddito dei familiari, ma esclusivamente quello del soggetti richiedenti. Di qui la questione.

Negli ultimi tempi il Tar si è pronunciato varie volte a favore dei ricorsi dei parenti degli anziani. Ora, però, con l’annullamento del regolamento del Comune di Verona viene fatto un salto in avanti sostanziale. Il giudice amministrativo stabilisce infatti in modo chiaro e definitivo che i parenti degli anziani non autosufficienti non siano più tenuti a versare alle residenze sanitarie assistenziali il 50% della retta. Ma non solo. Apre le porte anche alla partita dei risarcimenti in sede civile. Nella motivazione della sentenza di annullamento del regolamento di Verona, il Tar parla a proposito della posizione dei familiari, di «lesione di un diritto soggettivo, consistente nell’affidamento ingenerato dalla condotta del Comune, circa l’obbligo di pagamento delle rette». Le amministrazioni locali, dunque, potrebbero trovarsi non solo a pagare il 50% delle rette degli ultrasessantacinquenni non autosufficienti; ma anche a restituire i soldi che in questi anni, dal 2000 ad oggi, i loro familiari avrebbero «indebitamente» versato.

Considerando la gravità della sentenza, che mette le amministrazioni comunali nella condizione di non rispettare la legge e che è destinata a rivoluzionare il rapporto tra Comuni e famiglie, chiediamo al Sindaco Lunghi se, in sede di conferenza dei sindaci di cui è presidente ha posto la questione come richiestogli direttamente durante una riunione del c.d.a. del Centro Servizi per Anziani di Monselice, e come intende affrontare la situazione evitando di esporre il Comune di Monselice a potenziali contenziosi che i cittadini potrebbero sollevare dopo la sentenza di cui sopra.

Pierluigi Giaccarello
Componente c.d.a. Centro Servizi per Anziani di Monselice

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