15 marzo 2012

PD Monselice: "Sul Revamping riflessione in atto"

Partito Democratico e revamping: un dibattito che continua ad essere intenso, a dieci giorni dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha spianato la via alla ristrutturazione di Italcementi. Toni anche molto piccati, quelli comparsi in questi giorni sul blog del Pd monselicense. Botta e risposta tra il neo-segretario del Pd, Pierluigi Giaccarello, e Leandro Belluco, vicino ai comitati. Per Giaccarello, ora occorre impegnarsi perché, nella futura convenzione tra sindaco e Italcementi, siano previsti il divieto di uso di rifiuti, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, la dismissione con smaltimento e bonifica, impegni chiari sulle emissioni.
Controbatte Belluco: «La mia impressione è che ci sia molto più interesse a partecipare alla gestione del revamping piuttosto che verificare preliminarmente gli sbandierati capisaldi del progetto». Ma la vera polemica si accende per un intervento anonimo, che attacca duramente Francesco Miazzi e i sindaci di Este e Baone (sempre di area Pd), perché artefici dei ricorsi contro il revamping. Un intervento a cui il segretario del Pd replica semplicemente così: «Ringrazio per l'attestato di stima ma soprattutto per gli auguri di buon lavoro». Nessuna parola spesa in difesa della linea presa dai sindaci. Il segnale di un cambio di rotta in corso? «La sentenza va rispettata, anche se resto convinto che i cementifici siano incompatibili con il Parco – commente Giaccarello –. Abbiamo avviato una riflessione che coinvolge il nostro partito a livello provinciale proprio per uscire con una posizione condivisa». Il neo-segretario ha promosso incontri con i sindacati e con i comitati. «Nessuno strappo dentro il centrosinistra – assicura – tanto è vero che a fine mese è convocata una riunione unitaria in vista delle amministrative 2014».


dal Mattino di Padova


Per completezza di informazione riportiamo di seguito la nota stampa inviata alle corrispondenti locali di Mattino e Gazzettino il 14.03.2012 e da cui sono ricavate alcune delle dichiarazioni di Giaccarello, segretario del PD di Monselice:
"Personalmente coltivo un'idea di sviluppo economico e del territorio che ritiene i cementifici incompatibili con il territorio ove sono collocati, così come scritto nel Piano Ambientale del Parco Colli, e non posso non denunciare il fatto che da tredici anni questa città sia amministrata ragionando giorno per giorno, senza alcuna programmazione.
Molto si può fare perché sia definito un accordo di programma con tutti i cementifici incoraggiando il proseguimento del tavolo avviato dal nuovo governo del Parco Colli per superare nel tempo la condizione attuale che vede nel raggio di 10 chilometri l'esistenza di 3 impianti che rendono la nostra una delle zone più inquinate del Veneto.
Di certo, la sentenza del Consiglio di Stato sentenzia che, dal punto di vista normativo, l'intervento di Italcementi non è incompatibile con la normativa vigente. Di questo ritengo si debba prendere atto rispettando la sentenza.
Abbiamo avviato una riflessione che coinvolge il nostro partito a livello provinciale proprio per uscire con una posizione condivisa sul punto. Come neosegretario del PD di Monselice ho promosso incontri sia con le rappresentanze sindacali che con i comitati, proprio per confrontarci in modo plurale. Mi sembra un metodo di lavoro serio e che si pone l'obiettivo di far dialogare parti che oggi sono molto distanti fra loro solo per colpa dell'azione individuale di un sindaco che ha fatto del revamping Italcementi più una bandiera da agitare che un'occasione di dibattito aperto sul futuro economico della città.
Ritengo che - qualora Italcementi confermi la volontà di procedere - ci sia molto da lavorare per ridurre il danno e assicurare garanzie per la salute dei cittadini e per il mantenimento dei livelli occupazionali dei lavoratori occupati da Italcementi e dalle imprese dell'indotto. La convenzione finora approvata, oltre ad aver colpevolmente ignorato i comuni circostanti, non presenta alcuna garanzia in questo senso non tutelando né i cittadini né i lavoratori, sempre che sia ancora sensato operare questa distinzione".

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