25 settembre 2014

CASE POPOLARI: UN VOTO UNANIME (E QUALCHE CONSIDERAZIONE IN PIU')

Durante lo scorso consiglio comunale è stata approvata una delibera che modifica i criteri con cui il comune assegna i punti per le graduatorie relative all'edilizia popolare. Ricordiamo che il comune può assegnare fino a 8 punti. Fino ad oggi le variabili erano queste:

FAMIGLIE - Se coniuge residente a Monselice da:
- da 15 a 20 anni: 2 punti
- da 20 a 25 anni: 4 punti
- da 25 a 30 anni: 6 punti
- più di trent'anni: 8 punti (cioè il massimo)

SINGLE residenti da più di 15 anni:
- se d'età inferiore ai 40 anni: 0 punti
- se tra i 40 e i 50 anni: 2 punti
- se tra i 50 e i 60 anni: 4 punti
- se oltre i 60 anni d'età: 6 punti

Durante il consiglio si è discussa una delibera presentata dalla maggioranza che proponeva un'ulteriore variabile, ovvero di assegnare 2 punti a chi sia sotto sfratto incolpevole per perdita del lavoro, ossia non possa sostenere il costo dell'affitto per essere stato licenziato. In sede di commissione, la delibera era stata modificata, portando a 4 i punti da assegnare. L'intera minoranza ha espresso accordo sul provvedimento, che assume ancor più significato vista la crisi economica in atto, proponendo anzi di alzare i punti assegnati a questa categoria di persone a 8.

Questo per evitare il caso, per esempio, che una famiglia sotto sfratto e residente a Monselice dal 1995, quindi 19 anni, fosse equiparata nell'assegnazione del punteggio ad un'altra senza sfratto residente in città da un paio d'anni in più.

La maggioranza, chiesti due minuti di sospensione, si è riunita e ha deciso di non sposare la proposta della minoranza. Il sindaco ha precisato che alzarlo fino a 8 punti avrebbe generato delle ingiustizie, favorendo gente residente da poco in città a scapito di chi ci abita da lungo tempo.

La minoranza ha votato comunque a favore dei 4 punti, considerando comunque importante il provvedimento.

Concludiamo con una riflessione. Le opinioni circa la validità del criterio della residenza in questo tipo di graduatorie sono diverse: c'è chi dice che la residenza non è un fattore di difficoltà economica e non andrebbe considerata, e chi invece considera naturale che chi è vissuto in una comunità per più tempo debba essere favorito rispetto ai nuovi arrivati. La domanda, però, che noi ci poniamo è questa: è giusto che, una volta deciso che il criterio di residenza va inserito, questo dia diritto, in alcuni casi, al massimo dei punti? 

Il fatto è che, quando si redigono questo tipo di tabelle, si pensa sempre al rapporto tra chi prende più punti e chi ne prende meno, mentre meno attenzione si presta al rapporto tra chi prende gli stessi punti. In questo caso, con questi punteggi, si può creare il caso che, date due famiglie con coniuge residente a Monselice da più di trent'anni, di cui una sotto sfratto e l'altra no, entrambe prendano gli stessi punti (infatti la famiglia sfrattata prende già il massimo dei punti per essere Monselicense da più di trent'anni e non può aggiungere quelli di cui ha diritto per essere senza casa).

Insomma, si annulla la variabile dello sfratto, la cui rilevanza è oggetto della delibera della maggioranza.

Siamo consapevoli che è difficile imbrigliare nell'assegnazione dei punti l'ampia casistica che il mondo reale presenta. Ciononostante crediamo che i criteri di assegnazione dei punteggi dovrebbero essere decisi facendo prevalere il buon senso sull'ideologia.

Vittorio Ivis Luisa Coletti




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