4 marzo 2013

Un impianto a biogas all’Agricola Berica

Un impianto a biogas per smaltire i residui dell’Agricola Berica di via Rovigana. È un progetto che sta prendendo forma in questi giorni e che vedrebbe favorevole anche l’amministrazione comunale. A dirsi preoccupato però è Tiziano Montecchio, ex consigliere comunale pidiellino e tuttora responsabile del "gruppo di lavoro" di San Bortolo. Il progetto prevede l’utilizzo degli scarti di lavorazione prodotti dall’Agricola Berica, in particolare penne e interiora del pollame, per produrre biogas da cui ricavare energia elettrica e termica, in quantità sufficienti ad assicurare il funzionamento dell’azienda.
Ma, come spesso accade per questi impianti, non mancano le voci preoccupate. «Alcune domande nascono spontanee: a cosa servono questi impianti?» si chiede Montecchio «Quali sono i vantaggi e quali i rischi per la salute dei cittadini, per l’ambiente, per l’agricoltura?». L’ex consigliere ha protocollato una richiesta ufficiale di chiarimenti all’amministrazione comunale. «Crediamo che una decisione in merito debba essere affidata alla cittadinanza» sottolinea Montecchio «dato che non ci sono posti di lavoro da tutelare ma soltanto un business per singoli. La paura che diventa quasi una certezza è l’emanazione di odori» aggiunge l’esponente pidiellino. Che il progetto esista davvero, lo conferma il fatto che martedì prossimo se ne occuperà la commissione consiliare Ambiente. «Un passaggio non necessario» evidenzia il sindaco Francesco Lunghi «ma che ho voluto per maggiore trasparenza». Dal canto suo, il primo cittadino non nasconde di essere favorevole al progetto. «Il primo motivo è che la realizzazione dell’impianto farebbe diminuire notevolmente il traffico pesante in entrata e in uscita dall’azienda» spiega Lunghi «si potrebbe arrivare al il 90% di camion in meno su via Rovigana. In secondo luogo, il progetto prevede un sistema di abbattimento dei cattivi odori che, specie in certi periodi dell’anno, ammorbano l’aria intorno allo stabilimento. Si prevede di realizzare un cupolone di 10 metri, non visibile da via Rovigana e coperto da nuove barriere arboree». Il progetto dovrà passare prima in conferenza dei servizi e poi al vaglio dell’ufficio tecnico. La copertura economica sarebbe garantita. «L'azienda ha realizzato già un impianto simile a Villaganzerla (Vicenza). Inviterò gli scettici a fare un giro là» conclude Lunghi.

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