24 giugno 2012

Gessi chimici nel cemento

Ceneri della combustione di carbone e biomasse e gessi chimici da impianti di desolforazione. Sono queste le tipologie di rifiuti che la Cementeria di Monselice, ora di proprietà del gruppo Zillo, ha chiesto di utilizzare all'interno del processo produttivo. Un progetto presentato l'altra sera, a porte chiuse, a tutti gli amministratori comunali: consiglieri, sindaco e assessori. Il progetto. «Attività di recupero di sostanze inorganiche in sostituzione di materie prime mediante l'utilizzo di scarti di lavorazione»: non si tratta di bruciare i rifiuti, ma di inglobarli nell'impasto del cemento. Il perché è presto detto: per la cementeria si tratta di recuperare margini economici. Ovvero, meno spese per le materie prime e un introito aggiuntivo per lo smaltimento di queste ceneri, che altrimenti sarebbero destinate alla discarica. Perché il tutto sia autorizzato, occorrerà la valutazione di impatto ambientale (Via) da parte della Provincia.
A illustrare il progetto la dottoressa Gabriella Chiellino della società che sta redigendo lo studio sull'impatto ambientale. I rifiuti. Escluso l’uso di ceneri da inceneritore: le centrali elettriche saranno la fonte principale di approvvigionamento. In pratica, le ceneri pesanti sostituirebbero per il 10% marna e argilla nella preparazione della miscela artificiale cruda. Nella fase di macinazione del clinker, invece, si inserirebbero ceneri leggere, per il 55%. I gessi chimici invece rimpiazzerebbero al 100% il gesso naturale utilizzato ora. L’obiettivo è utilizzare 200 tonnellate all’anno tra ceneri pesanti e leggere. Le garanzie. Da parte della cementeria è giunta una serie di rassicurazioni. Non ci saranno emissioni diffuse, i trasporti avverranno su camion chiusi e le emissioni saranno in linea con le migliori tecnologie disponibili. Complessivamente, secondo i tecnici del cementificio, non ci saranno cambiamenti né per l’atmosfera, né per il rumore, né a livello di inquinamento ambientale. Le reazioni. All’incontro erano presenti numerosi consiglieri di maggioranza e opposizione. Non sono mancate domande e osservazioni. E in particolare Francesco Miazzi, consigliere ma anche ambientalista e protagonista delle battaglie contro gli odori acri, ha ricordato la vicenda che aveva portato la Provincia, all’inizio del 2005, a sospendere l’uso dei rifiuti proprio in questo stabilimento. Facendo notare anche l’aumento di alcuni inquinanti, che si è registrato dopo il passaggio alla gestione Zillo. «Il Consiglio comunale nel 2006 ha votato all'unanimità, Lunghi compreso, un documento con il quale si chiedeva alle cementerie di sospendere l'uso dei rifiuti anche nel processo produttivo», ribadisce Miazzi. «Anche se il Comune non è direttamente coinvolto nel procedimento, sarà il Consiglio comunale a dover ritornare sulle sue considerazioni e a indicare al sindaco i passaggi da fare. In una zona dove insistono tre impianti non si possono concedere limiti che valgono per un solo impianto».

dal Mattino di Padova

Nessun commento:

Posta un commento

Facci sapere cosa ne pensi...

Cerca nel blog