25 marzo 2012

"La Rocca venga restituita ai monselicensi"

"Ritengo che le dichiarazioni di Businaro non dovrebbero stupire né far arrabbiare poi tanto sindaco e vicensindaco di Monselice che ne hanno sostenuto da tempo l'azione come presidente della società beni La Rocca", Giaccarello commenta così le dichiarazioni con cui Lunghi e Mamprin rispondono alle richieste di Businaro, presidente della Società Beni La Rocca. "Cava sequestrata da anni senza alcun intervento da parte dell'amministrazione, insistenza sulla costruzione di un ascensore che continua a vederci assolutamente contrari, totale passività del Comune di Monselice rispetto all'impossibilità di usufruire tutto l'anno dei beni del colle da parte dei cittadini di Monselice - continua il segretario del Partito Democratico di Monselice.

Se si vuole finalmente aprire un confronto vero per ragionare su tempi e modi per restituire alla città il colle e le sue bellezze sono d'accordo. Meno, con tutta probabilità, sulle progettualità per la messa a reddito dello stesso (vedasi la questione ascensore): ma, in primis, ciò che conta è lavorare affinché la Rocca torni ad essere di nuovo un bene a disposizione di Monselice e del territorio".


articoli sul Gazzettino di Padova:

Società La Rocca: diktat di Lunghi

(Gazzettino 25 marzo 2012)
Hanno avuto l'impatto di una bomba sull'amministrazione comunale le dichiarazioni di Ferdinando Businaro, presidente della società Rocca di Monselice. La sua idea di stipulare una convenzione con il Comune per l'affitto della cava della Rocca e la strategia adottata per mettere a reddito il patrimonio del Colle hanno innescato la risposta del sindaco Francesco Lunghi e il suo vice Gianni Mamprin (insieme nella foto). «L'obiettivo della società, che appartiene a Comune, Provincia e Regione, dovrebbe essere sì quello di autosostenersi, ma soprattutto quello di produrre turismo. - sbotta il primo cittadino - Il bene sarà pure della Regione, ma prima ancora è della città di Monselice». Per Lunghi a dover cambiare è l'intera impostazione della società. «Va rivisto tutto a 360 gradi- spiega- Sono contrario alla logica dell'accorpamento, perchè la società Rocca non ha nulla in comune con le altre. Sarebbe un gravissimo errore procedere in questo senso. A mio avviso sono solo due le opzioni possibili. O il patrimonio del Colle viene finalmente gestito in modo diretto dall'amministrazione comunale, oppure nel cda entrano direttamente il sindaco di Monselice, il presidente della Provincia e quello della Regione, o i loro delegati, ma comunque amministratori che abbiano a cuore l'interesse della città. Si parla tanto di federalismo e poi non si promuove la gestione diretta?». Mercoledì Lunghi sarà in Regione per perorare la sua causa. «Se non avrò una risposta sono pronto ad avviare una raccolta firme tra i cittadini di Monselice e i sindaci dei paesi limitrofi. - assicura - È assurdo, ad esempio, che il Castello apra solo ora: dovrebbe restare fruibile 365 giorni all'anno. Con molta attenzione alla loro salvaguardia, questi tesori vanno sfruttati per il turismo e per la cultura. C'è troppo potenziale sprecato». Lunghi e Mamprin non esitano a commentare anche l'ipotesi della cava concessa in affitto. «Il Comune contribuisce da sempre con 27mila euro annui. - affermano - E ora dovrebbe pagare un affitto per l'utilizzo della cava? Non dimentichiamo che per un terzo la gestione dovrebbe essere affidata proprio al Comune. Ma pare che Businaro voglia prendere autonomamente tutte le decisioni. Se è così non c'è motivo di continuare a versare questo contributo. L'amministrazione dovrebbe poter disporre liberamente della cava per eventi e spettacoli, nell'interesse di tutti. Il nostro desiderio è di installare la pista per il Palio e le tribune per gli spettacoli in modo permanente. Il resto della superficie potrà continuare ad essere utilizzata come parcheggio». 

La Rocca non è gratis e il palio paga pegno

(Gazzettino 24 marzo 2012)
Una nuova stagione turistica per valorizzare il patrimonio e ampliare l'offerta nonostante gli scarsi mezzi finanziari disponibili. È l'obiettivo della società Rocca di Monselice, che da domani riapre al pubblico il Castello e l'Antiquarium Longobardo. Il 1. aprile sarà invece la volta dell'apertura del Mastio federiciano, con un nuovo percorso didattico alla scoperta della flora e della fauna del colle. Ma qual è il futuro della società sulla quale incombe l'urgenza della riorganizzazione decisa dalla Regione Veneto? «Non so cosa succederà - commenta il presidente Ferdinando Businaro - ma condivido lo spirito di dover accorpare o ridurre in qualche modo società come la nostra. La prospettiva dev'essere quella di diventare economicamente autosufficienti. Per mantenere i tesori la gestione dev'essere virtuosa: si dovrà pagare per l’accesso». Attualmente la società percepirebbe annualmente 50mila euro dalla Regione (dopo una recente sforbiciata pari al 30%), 40mila dalla Provincia e circa 25mila dal Comune. «Idealmente sarebbe bello farsi bastare questi contributi, ma c'è un bilancio da pareggiare. - spiega Businaro - Per questo, per quanto riguarda ad esempio la cava della Rocca, c'è la nostra piena disponibilità a stipulare una convenzione con l'amministrazione comunale, che ne potrà disporre per il Palio o altre manifestazioni. Ma chiaramente si dovrà prima definire un corrispettivo tra le parti». Insomma, per usare la cava si dovrà versare un affitto. Similmente l'utilizzo della sala Aldo Businaro, ovvero la biblioteca del Castello, non sarà più gratuito in caso di patrocinio del Comune.
Per affittarla si dovranno sborsare 300 euro, più 30 euro per ogni ora.
Resta da capire cosa ne penseranno in municipio, ma anche, adottando il principio di ottimizzazione di Businaro, anche a Palazzo Balbi o Palazzo Santo Stefano qualora volessero organizzare manifestazioni. Infatti, i soci di "Rocca di Monselice" sono proprio il Comune, la Regione e la Provincia con quote paritetiche.
«Non vogliamo certo speculare, ma coprire i costi di gestione. - assicura Businaro . L'obiettivo per questo 2012 è riuscire a mettere a reddito villa Duodo, affittandola annualmente». 

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