14 marzo 2012

«La Lega isola il Veneto dal mondo»

«Monti ci ha tirato fuori da una situazione di totale impasse creata da un governo federalista a parole ma non nei fatti». La colpa? «Di chi ha inventato la finanza creativa. E poi di chi come la Lega porta avanti politiche di chiusura in un Nord che invece avrebbe bisogno di aprirsi al mondo». Se un tempo c’era la via emiliana al socialismo, Vasco Errani lancia la sua personale strada verso il federalismo. Il governatore dell’Emilia-Romagna è stato ospite del mattino ieri, assieme al sindaco Flavio Zanonato, nel suo giro di presentazione dei candidati del Pd alle prossime amministrative nel Padovano.
Vasco Errani, lei è anche presidente della conferenza delle regioni: che differenza trova tra il precedente governo e quello attuale dei «professori»? In fatto di autonomia arrivano Imu e addizionali regionali per compensare ancora tagli... «Con il governo Monti abbiamo avviato una discussione e ci sono cose positive e altre negative. Abbiamo recuperato i fondi per il trasporto pubblico: un miliardo e 200 milioni. Ma consideriamo l’idea della tesoreria unica un passo indietro. Anch’io sto pensando di fare ricorso alla Corte costituzionale. Ma sappiamo che o si recupera una leale collaborazione tra istituzioni oppure si rischia un cortocircuito che non può che pesare sui cittadini». Sulla tesoreria unica però l’alfiere della battaglia sembra essere il governatore del Veneto Luca Zaia, che sfrutta il no della Lega al governo Monti. «Non ci sono alfieri, né cavalli, né torri. C’è una posizione chiara presa da Anci, regioni e autonomie locali» Interviene Zanonato: «E’ una misura che viola l’articolo 119 della costituzione, sull’autonomia degli enti locali che sono liberi di gestire le proprie risorse con il vincolo di non indebitarsi, se non per investimenti». Forse pesa anche la vicenda dei Comuni che hanno investito in derivati... «Bisogna avere memoria. C’è una storia recente che parla chiaro: l’inventore della finanza creativa è stato il governo di destra. E quest’idea ha portato a danni seri: dalle cartolarizzazioni ai derivati. Da parte nostra c’è tutta la volontà di partecipare allo sforzo di risanamento del Paese. Ma l’autonomia degli enti locali non può mai essere messa in dubbio». Il capitolo della sanità è uno di quelli di competenza esclusiva delle Regioni. E i sistemi di gestione sono diversi, l’eccellenza è in Veneto, in Emilia o altrove? «I dati del ministero della Sanità, peraltro diffusi quando c’era il governo Berlusconi, parlano chiaro: il rapporto tra appropriatezza, qualità delle prestazioni e livelli di spesa in Emilia è ottimo. Ma non è questo il punto. Il precedente esecutivo ha previsto un taglio di 8,5 miliardi di euro nel 2013 e nel 2014: un dato che rende insostenibile la sanità in qualsiasi regione. Con il governo Monti stiamo lavorando sul nuovo “Patto per la salute”. Ma al premier l’abbiamo detto chiaro: con quei tagli non si va da nessuna parte». Che differenze vede tra il sistema di governo emiliano e quello Veneto? «Quello che ha decretato il successo nel nostro percorso è l’idea della relazione: essere aperti al mondo e in relazione con chi ci sta intorno. La Lega invece ha un limite chiarissimo, che è quello di portare a fenomeni di chiusura. Il Nord, inteso come territorio, non può che giocare la sua sfida stando nel mondo e aprendosi al mondo. Il Carroccio invece rappresenta un sistema che tende a sfuggire le sfide. E con la destra al governo c’era un populismo che affondava le sue radici nell’idea che ognuno debba pensare per sé, nell’egoismo. Tutte idee che hanno portato l’Italia alla crisi. Per me l’autonomia dei territori si può rivendicare con una visione ben più ampia». Tra due mesi si vota per le amministrative e al Nord sembra incrinato il rapporto tra Pdl e Lega. E’ l’occasione per il centrosinistra di aggiudicarsi il governo di città e comuni importanti? Risponde Zanonato: «E’ troppo presto per capire quali effetti avrà la rottura tra Lega e Pdl in “periferia”. A Verona, ad esempio, si andrà al ballottaggio anche se Tosi parte da una forza mediatica molto importante. In linea di massima io sono per uno schieramento che metta insieme la sinistra e il terzo polo. Non capisco come si possa aderire a un’alleanza precludendo però l’ingresso a qualcun’altro». A Cittadella e Vigonza i candidati sono stati scelti con le primarie. Ma i recenti casi di Genova e Palermo hanno fatto sì che qualcuno, anche nel Pd, mettesse in discussione questo strumento. Cosa ne pensate? Risponde Errani: «Le primarie sono nate con l’obiettivo di accrescere la contendibilità. Stimolano il rapporto con i cittadini che si esprimono con la loro partecipazione. E’ paradossale che adesso a difendere il primato del partito ci siano coloro che quello stesso partito vorrebbero smontare. In ogni caso, per me non si toccano: al massimo si può ragionare sulle regole per evitare problemi come quelli che sono sorti a Palermo». Interviene Zanonato: «Si può pensare di perfezionare il metodo. Ma senza prescindere dalla volontà dei cittadini». In un’intervista a Repubblica, qualche giorno fa, Bersani non ha escluso l’appoggio a un governo Monti-bis dopo il 2013. Secondo voi è una possibilità concreta? Risponde Errani: «Monti sta gestendo una situazione difficilissima e ha ridato una credibilità internazionale all’Italia. Sta gestendo una fase di emergenza che deriva dal fallimento dei governi della destra. Ma nel 2013 ci sono le elezioni politiche e si dovranno confrontare due alleanze alternative. Immaginare un patto tra Pdl, Pd e Terzo Polo è una cosa che non sta in natura. La prova? Guardate come ha reagito Alfano quando si è cominciato a parlare di televisione pubblica e di giustizia. Io credo che su Berlusconi gli italiani abbiano un giudizio chiaro. E reputo un grande atto politico il gesto del Pd di rinunciare alle elezioni quando Silvio è caduto. Altro che sospensione della democrazia... Interviene Zanonato: «Altro che atto di generosità di Berlusconi. Ha capito che non avrebbe potuto più governare, avendo perso la credibilità all’estero e nei grandi centri democratici del Paese. Dobbiamo dire grazie a Giorgio Napolitano per il ruolo fondamentale che ha svolto nella gestione della crisi politica ed economica che ha travolto l’Italia nei mesi scorsi. Quanto a Monti, potrebbe essere un ottimo leader di una coalizione progressista».

Mattino di Padova

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