ED E’ SCISSIONE: ALFANO LASCIA BERLUSCONI

Nella tarda serata di venerdì 15 novembre, è arrivata la scissione del PDL, temuta da tanti, voluta da alcuni, sperata da molti. Angelino Alfano, vice premier del Governo Letta e Ministro degli Interni, non intende entrare nella nuova Forza Italia, a suo dire un partito che non è lo stesso del 1994, anno in cui nacque il vero partito. Così le strade di leader del centro destra e segretario del PDL si dividono, portando alla nascita di La Nuova Centrodestra, il partito di Angelino Alfano e che accoglie al suo interno una trentina di deputati provenienti dalla Camera e di senatori da Palazzo Madama.

I dissidenti non hanno partecipato al Congresso nazionale di sabato 16, ma le critiche e gli attacchi sono stati numerosi. Schifani ha deciso di dimettersi dal suo ruolo di capogruppo del PDL al Senato, appoggiando Alfano, mentre Formigoni è sicuro che il nuovo partito sarà un successo. E di questo ne è convinto anche il nuovo leader, che vede nel suo partito il futuro del centro destra. Nonostante questo, Alfano ribadisce l’amicizia a Berlusconi, nonché il sostegno in Parlamento e una nuova battaglia contro la sua decadenza.

Berlusconi dal canto suo cerca di minimizzare la tensione, puntando su altri argomenti: dall’attacco ai giudici per la sentenza del Processo Mediaset, al tradimento del PD nel caso votasse a favore della decadenza, fino alla richiesta ai suoi parlamentari di essere sempre uniti. Unità: una parola tanto cara al Cavaliere, che lo ha fatto risiedere su una comoda poltrona per vent’anni, tra alti e bassi. Una parola che per lui ha significato non pochi salvataggi giudiziari, leggi ad personam, e tutto quello che sappiamo. Ma la questione ora è un’altra: cosa capiterà ora tra Forza Italia e La Nuova Centrodestra? C’è chi parla di coalizione, chi vede la stessa fine di Fini con Futuro e Libertà. Il primo test sarà alle elezioni dell’Europarlamento in primavera e, per 61 Comuni, alle elezioni di giugno.

A.B.