12 ottobre 2013

LAMPEDUSA ATTO ZERO

Dopo la pausa estiva come redazione avremmo tanto voluto riaprire questa newsletter con parole di speranza, con un passo avanti, con notizie da condividere o forse avremmo voluto semplicemente riaprirla con la calma piatta della politica di fine estate o con un qualche cliché e due parole per ringraziare voi che continuate a seguirci. Purtroppo fare questo non ci è possibile. Quanto successo a Lampedusa giovedì non può che fermare il tempo, immobilizzarci tutti nel pensare che ora solo stiamo aprendo gli occhi alla luce di qualcosa che ci è successo vicino, troppo vicino.

Solo qualche anno fa abbiamo abbassato lo sguardo arrivando addirittura a pagare un dittatore nord-africano perché non ci mostrasse la tragedia umana di questo popolo che si muove verso” l’Europa dei diritti”. Abbiamo pagato un dittatore nord-africano perché ci dicesse che della questione immigrazione se ne sarebbe occupato da solo. Abbiamo pagato un dittatore nord-africano perché le sue navi prendessero i suoi emigranti e li portassero nei suoi lager. Tutto questo abbiamo fatto come collettività nonostante lo sdegno e l’opposizione di molti che ora stanno leggendo queste righe.

E’ quindi lecito rabbrividire davanti a quei morti? Forse sì, sicuramente è lecito chiedere che venga fatto qualcosa oltre al cercare il personaggio da sbattere in faccia ai media per il servizio della sera. E’ lecito, anzi doveroso, pretendere che una legge immorale e infame come la Bossi-Fini venga cambiata ed è anche lecito, anzi doveroso, spingere affinché venga finalmente emanata una normativa organica sul diritto d’asilo applicativa del terzo comma dell’articolo 10 della Costituzione.
Sono passati 60 anni senza far nulla e questo mare,  ogni giorno più rosso, di certo non ci sta mostrando il sorgere di una nuova alba dietro il suo orizzonte.

E.D.




Nessun commento:

Posta un commento

Facci sapere cosa ne pensi...

Cerca nel blog