22 ottobre 2013

LA LEGGE DI STABILITA’ PRESTO AL VOTO

Il 15 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato i punti che costituiscono la legge sulla stabilità, oggetto di critiche e tensione per lungo tempo, ipotetico punto insieme all’IVA e all’IMU che ha salvato il Governo dalla sfiducia del PDL.
I punti fondamentali riguardano un intervento di 1,5 miliardi di euro per il 2014, mentre per il triennio (cioè fino al 2016) si arriverà a una cifra di circa 27 miliardi.
Nelle scorse settimane le Regioni avevano avvertito il Presidente Letta di ritorsioni in caso di nuovi tagli alla sanità, dopo certe voci che circolavano. Ma Enrico Letta ha mantenuto la promessa, non toccando il delicato settore.
Ci saranno delle riduzioni del cuneo fiscale, attraverso una riduzione dell’IRPEF a 1,5 miliardi e dell’IRAP di 1 miliardo. IMU e TARES saranno sostituite dalla TRISE, composta dalla TASI (tassa su servizi garantiti dai Comuni, come la polizia locale, l’ufficio anagrafe e quelle tecnico) e dalla TARI (riguardante i rifiuti).
Verranno ridotte le tasse per le imprese, 5,5 miliardi. Mentre una riduzione di 5 miliardi per i lavoratori. Inoltre verranno aiutate anche le Ferrovie, attraverso un contributo di 400 milioni di euro, l’ANAS con 335 milioni e un contributo di 400 milioni per il MOSE, il sistema che proteggerà Venezia dall’acqua alta.
Per quanto riguarda i cittadini, vi saranno dei bonus del 65% per ristrutturazioni private riguardanti il risparmio energetico, mentre un bonus del 50% per i rifacimenti di altro genere.
Gli esondati verranno aiutati attraverso un prelievo forzato dalle pensioni d’oro, ovvero quelle superiori al centinaio di migliaia di euro, che verrà ripetuto per tre anni.
La legge di stabilità gioverà anche le tasche dei Comuni, con un entrata di 1,5 miliardi.
Infine, 230 milioni sono riservati per le università, e 220 saranno destinati invece alle scuole paritarie.

Di certo il Governo si è preso un grande impegno, e già certi punti sono oggetto di varie critiche, come spesso accade. Ora la legge verrà votata il prima possibile alla Camera, per passare poi al Senato e infine nelle mani del Presidente Napolitano, il quale apporrà la sua firma, nel caso non abbia nulla da obbiettare. In seguito, si spera in un’approvazione dai mercati europei, e non solo.

A.B. 


Nessun commento:

Posta un commento

Facci sapere cosa ne pensi...

Cerca nel blog