8 marzo 2013

Indagini alla San Paolo per capire le cause del problema umidità

Un basamento del quindicesimo secolo che si sta sgretolando sotto gli occhi di tutti. Continuano le indagini alla San Paolo per capire le cause del problema di umidità, che sta procurando evidenti danni ad alcune strutture interne della storica chiesa, ora trasformata in complesso museale. Tra i punti aggrediti in modo più evidente, un basamento in pietra tenera di Nanto, risalente al XV secolo, che si trova vicino all’aula principale dell’edificio, tra la zona degli scavi e l’ingresso. Si tratta oltretutto di una struttura portante, quindi lo sgretolamento ha fatto scattare un campanello d’allarme. L’umidità non solo ha danneggiato la base di questo pilastro, ma ha anche fatto cadere a terra parte di un fregio. Ieri mattina e lunedì alla San Paolo si sono recati i tecnici comunali con il geologo incaricato di approfondire il problema, per effettuare nuovi sopralluoghi e rilievi, utilizzando anche un sistema laser per cercare di localizzare la fonte dell’umidità.
Le indagini sono volte, infatti, a capire se si tratti di un semplice problema di climatizzazione interna della struttura, o se sia qualcosa di più serio. Della prima ipotesi si è detto convinto il sindaco Francesco Lunghi, e anche l’assessore ai Lavori pubblici, Andrea Tasinato, è d’accordo: «Credo che con un semplice deumidificatore si risolverà il problema. Credo molto meno al fatto che si possa trattare di una falda, e l’ipotesi che abbia qualcosa a che vedere con l’ascensore nella Rocca mi pare una barzelletta pre-elettorale». Al momento, però, finché non sarà conclusa l’indagine geologica, nessuna pista è esclusa. Se fosse confermata la presenza di una falda sotterranea, si dovrebbe tra l’altro capire perché non se ne fosse tenuto conto all’epoca del restauro.

«Il problema di umidità al San Paolo esiste eccome ed è legato alla falda». A sostenerlo è Riccardo Ghidotti, presidente dell’associazione Amici dei musei (che gestisce il complesso San Paolo). «Sono rimasto esterrefatto a leggere le dichiarazioni dell’assessore Tasinato, secondo il quale si tratta di “barzellette”. Non capisco come si possa negare che il problema dell’umidità esiste ed è legato alla presenza di una falda sotto la Rocca» afferma Ghidotti. «Una falda che esiste da sempre, per carità, ma che non è mai stata analizzata. A quanto so, agli atti del restauro del complesso San Paolo non c’è nemmeno un’indagine geologica sul sottosuolo. Eppure il problema c’è, lo dimostra anche lo smottamento del muro del convento delle Carmelitane». Ora è in corso l'indagine geologica per determinare i motivi dell'umidità, che sta sgretolando pure un pilastro del XV secolo.

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