7 marzo 2012

A processo in cinque per l’ascensore

Il cantiere dell’ascensore che doveva salire alla Rocca di Monselice era stato aperto nel settembre del 2007 e doveva concludersi nel giugno del 2008. Pochi giorni dopo che le ruspe furono accese e messe all’opera un’inchiesta giudiziaria fermò il progetto che prevedeva una salita di 90 metri nel cuore del monte. Ieri mattina, a quasi 5 anni da quei fatti è stato deciso che il 13 giugno prossimo si aprirà il processo. Il gip Lara Fortuna infatti ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm Roberto D’Angelo per i 5 imputati.
Via al processo quindi per l'ingegnere Massimo Valandro, 59 anni di Montegrotto, all'epoca dei fatti dirigente del settore tecnico del Comune monselicense; l'ex direttore del Parco Colli Nicola Modica, 46 anni di Padova; del direttore dei lavori Andrea Cisco, 60 anni di Venezia; di Maurizio De Rossi, 46 anni, legale rappresentante di Eurocostruzioni e del direttore dei lavori Roberto Dall'Armi, 52 anni di Belluno. E' uscito di scena l'impresario Isidoro Prevedello, deceduto. Diverse le accuse contestate: Valandro e Modica sono accusati di falso ideologico. I due dovranno pure rispondere di abuso edilizio e di distruzione di bellezze ambientali in concorso con gli altri imputati. Parte civile nel processo le associazioni «Lasciateci Respirare» e «Italia Nostra» con gli avvocati Eva Vigato e Marina Infantolino. L'indagine, avviata in seguito a un esposto firmato dagli ambientalisti Francesco Miazzi, Gianni Sandon e Paolo De Marchi, era arrivata a una svolta con il sequestro del cantiere giustificato dalla consulenza redatta dall'architetto Federico Verderi per conto della procura. Per l’accusa quei lavori non avrebbero potuto essere avviati. L'ascensore della Rocca, infatti, non poteva essere conforme al Prg, perché sarebbe ricaduto in ambito da assoggettare a preventiva approvazione di strumenti attuativi. Il piano attuativo sarebbe stato necessario per prevedere e valutare le interazioni fra il progetto (dell'ascensore), le componenti ambientali e le necessità urbanistiche future dettate dalla presenza di un'opera di tale importanza... La mancata predisposizione e discussione del progetto ha privato la parte pubblica della possibilità di conoscere e di decidere l'aspetto urbanistico del luogo, prima della realizzazione. Il rischio prescrizione per questo processo è molto alto.

Mattino di Padova

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